Bimbi ucraini a Capo Vaticano, “Nuovi Confini”: «Né adozioni, né affidi»
Lo ha detto Yuliya Dynnichenko, presidente dell'associazione italo-ucraina, in audizione alla Commissione parlamentare
«I minori arrivati sul suolo italiano non possono essere né adottati né affidati. Lo Stato ucraino ha già assegnato loro dei tutori, e dovranno rientrare in Ucraina non appena possibile. Pertanto la loro permanenza in Italia va gestita soltanto dalle associazioni di accoglienza temporanea». Lo ha detto Yuliya Dynnichenko, presidente dell’associazione italo-ucraina I Nuovi Confini, in audizione alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, in cui ha avvertito sul rischio di un incidente diplomatico.
«La procedura applicata per l’accoglienza temporanea di minori è stata usata negli ultimi 30 anni, dal post-Chernobyl in poi», ha spiegato Dynnichenko. Tale procedura, che prevede la collocazione dei minori presso famiglie accoglienti, «è stata rimessa in discussione dopo l’arrivo di alcuni minori a Capo Vaticano, dove sono rimasti 5 giorni in albergo per la quarantena. La questura di Vibo Valentia ci ha contattati sostenendo che i minori non erano accompagnati. Siamo riusciti a dimostrare la validità dei poteri dei tutori nominati per questi minori, poiché le procure rilasciano il nulla osta alle famiglie accoglienti», ha proseguito Dynnichenko. «Non siamo però riusciti a dimostrare lo stesso alla Procura dei minori di Catanzaro, che non si è ancora pronunciata direttamente ma attraverso la Prefettura ha cominciato a comunicare che vorrebbe nominare le famiglie accoglienti come tutori dei minori. Lo stato ucraino a cui i bambini appartengono – ha sottolineato Dynnichenko – non accetta tale violazione, che sarebbe grave e potrebbe portare a un incidente diplomatico tra l’Italia e l’Ucraina».