venerdì,Settembre 20 2024

La battaglia milanese del nonno-writer Magli e il legame con Vibo

Il 75enne maestro, precursore della Rivolta poetica dei graffiti di strada, è accusato di aver con la sua arte imbrattato i muri di una fermata della metro

La battaglia milanese del nonno-writer Magli e il legame con Vibo
Un’opera del maestro Magli

È partita da Vibo Valentia l’avventura del maestro Francesco Magli, il nonno-writer in questi giorni balzato alle cronache nazionali per essersi ritrovato costretto a difendersi dall’accusa di imbrattamento della fermata Isola della metropolitana di Milano. L’artista 75enne, nativo di Aiello Calabro, “maestro” di Pao e precursore della Rivolta poetica dei graffiti di strada, tesa a ridare dignità al lavoro e a promuovere il valore dell’impegno, così come scrive il Corriere della Sera annunciando l’avvio del processo penale, è cresciuto in un orfanatrofio realizzato dal Beato sacerdote di Tropea Francesco Mottola, visto che la mamma, vedova, era costretta per motivi di lavoro a risiedere a Cosenza e non poteva occuparsi di lui. A 16 anni fu arruolato in una pizzeria di Vibo come cameriere. E fu proprio dalla stazione ferroviaria di Vibo-Pizzo che un giorno del 1962, mentre giocava con gli amici a salire sui treni in attesa che partissero, balzò su quello in direzione Milano senza invertire la rotta. Alla stazione centrale della città meneghina sbarcò senza nulla addosso e con solo ottomila lire in tasca. [Continua in basso]

Francesco Magli

Dalla sua, però, la caparbietà tipica dei calabresi e la voglia di trovare un’occupazione. Il lavoro e l’alloggio li ottenne in una pizzeria di via Borsieri. Nel tempo libero dava spazio alla sua passione e alla sua arte disegnando sui cartoni dei piccoli quadri, tanto apprezzati da venire appesi ai muri dell’esercizio commerciale. Tra coloro che passavano dalla pizzeria vi erano Ibrahim Kodra, l’ultimo grande artista postcubista scomparso nel 2006, Nicola Gianmarino, Pippo Spinoccia e Raffaele De Grada, il quale intuendo il suo talento lo convinse a partecipare ai corsi serali di Brera. Tra le iniziative socio-artistiche dello storico pittore del Quartiere Isola, quella di decorare nel 1984 con un pennello i 45 panettoni grigi della piazza del Teatro della Scala, conclusasi con 50 mila lire di multa comminategli dai vigili urbani e con Pao che, proprio traendo ispirazione da quelle opere, diede vita ai suoi pinguini.

Oggi, il maestro della “redenzione colorata” del grigiore dell’amata Milano è chiamato a rispondere all’accusa di aver impresso alla fermata Isola della metropolitana Lilla la frase “che uomo è, un uomo che non rende il mondo migliore” e due piccoli disegni. Sempre più convinto, tuttavia, a proseguire la sua avventura, tesa ad imprimere a colpi di pennello i valori del vivere civile che meritano di essere recuperati, iniziata quel lontano giorno del ’62… dalla stazione di Vibo Valentia.      

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