Ambito Territoriale di Vibo, progetti contro la povertà: costituita la commissione. Ecco i nomi
Tempo fa la pubblicazione di un Avviso da parte del Comune capoluogo per poter realizzare insieme al Terzo settore iniziative da attivare nei territori degli enti locali ricadenti nel Distretto socio-sanitario
Costituita la commissione, in seno all’Ambito Territoriale di Vibo Valentia 1, chiamata a procedere all’esame delle domande (che andavano presentate entro e non oltre il 16 febbraio scorso) per la formazione delle relative graduatorie riguardanti la manifestazione di interesse rivolta a soggetti del Terzo Settore, che in forma singola o di raggruppamento temporaneo, erano intenzionati a collaborare con l’amministrazione di Palazzo Luigi Razza – in quanto ente capofila del Distretto socio-sanitario – nella co-progettazione di “Interventi di contrasto alla povertà e alla marginalità sociale”. I progetti approvati dovranno essere realizzati nei territori dei Comuni facenti parte dell’Ambito Territoriale 1, che comprende, oltre al Comune capoluogo, altri 14 enti locali del Vibonese (Filadelfia, Filogaso, Francavilla Angitola, Francica, Ionadi, Maierato, Mileto, Monterosso, Pizzo, Polia, San Costantino, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio, Stefanaconi). Ritornando alla commissione, questa risulta così composta: presidente: Adriana Teti, dirigente del settore 2 Servizi sociali del Comune capoluogo e responsabile dell’Ufficio di Piano; componenti: Onofrio Maragò, dipendente del Comune di Vibo Valentia, e Nicola Lo Torto, esperto esterno dell’Ambito Territoriale; segretario: Antonio Giordano, dipendente dell’Ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale. [Continua in basso]
Per saperne di più
Insieme al Terzo settore, dunque, l’Ambito Territoriale intende realizzare interventi di contrasto alla povertà e alla marginalità sociale, attivando, in particolare, il Pronto intervento sociale h24 per emergenze -urgenze e servizi di accoglienza e alloggio temporaneo per persone in difficoltà estrema. Il progetto che si doveva presentare e che la commissione è chiamata a valutare dovrà, tra le altre cose, «esplicitare anche il modello di coordinamento, di formazione e sostegno degli operatori e volontari coinvolti. In esso – si legge nel bando – dovranno essere dettagliate anche le modalità di relazione e raccordo con il servizio sociale territoriale. Il personale dovrà pertanto essere in possesso delle competenze professionali necessarie al lavoro sociale con particolari capacità a lavorare con il contesto cittadino per tessere legami e reti».
Ecco chi sono i beneficiari dei progetti
Le persone destinatarie dell’iniziativa in atto possono essere sia italiane che straniere, le quali «hanno lunghi percorsi di permanenza in strada o che si ritrovano in situazione povertà estrema o marginalità che richiedano un intervento di emergenza. Il target di riferimento – è scritto nell’Avviso pubblico – si focalizza su persone che possono presentare anche problematiche connesse a dipendenze, sono generalmente di età adulta, a volte con percorsi falliti di inserimenti in contesti comunitari riabilitativi, con legami famigliari completamente recisi e inesistenti. Generalmente questi soggetti intrattengono una relazione coi servizi istituzionali molto altalenante, mal tollerando regole rigide, non sono in grado di rispettare gli impegni assunti e hanno necessità di essere affiancati con servizi di prossimità che li aiutino a preservare la loro condizione di salute fisica evitando ulteriori peggioramenti e a contenere comportamenti eccessivamente devianti».