L’Associazione Valentia dona un ulivo a Mattarella in ricordo delle vittime del Covid
La pianta secolare è partita dalla Calabria ed è stata collocata nel giardino della tenuta presidenziale di Castelporziano. I giovani volontari al Presidente della Repubblica: «È stato un esempio in un momento così difficile»
I giovani volontari dell’Associazione Valentia hanno donato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella un albero d’ulivo secolare, in ricordo di tutte le vittime del Covid. La pianta, simbolo di pace e di rinascita, è partita dalla Calabria con un tir e al suo arrivo è stata collocata nel giardino della tenuta presidenziale di Castelporziano (Roma). [Continua in basso]
“Aree verdi del ricordo” è l’iniziativa promossa dall’Associazione Valentia su scala nazionale, con lo scopo di rendere il giusto omaggio «a chi ha lottato ed ha perso», alle migliaia di vittime che la pandemia ha mietuto in questi due anni, a chi ha tragicamente sofferto per la perdita di una persona cara. Migliaia di alberi di ulivo dal nord al sud del Paese, da Orzinuovi a Tremestieri Etneo, con un chiaro messaggio: «non dimenticare quanto accaduto». Sono stati proprio i giovani dell’associazione a portare avanti il progetto, coinvolgendo centinaia di scuole, associazioni, fondazioni ed enti per la creazione di quasi 60 aree verdi per ricordare, per sempre, le vittime del Covid.
L’Associazione Valentia, a nome del presidente nazionale Anthony Lo Bianco, della segreteria, dei soci e dei volontari, ci tiene a ringraziare i vari uffici del Quirinale e la Segreteria Presidenziale, per la grande sensibilità e disponibilità dimostrata. Oltre all’albero ed una targa, è stata consegnata anche una lettera indirizzata a Sergio Mattarella.
«Abbiamo pensato – hanno scritto i giovani dell’associazione – di farle un dono, un albero d’ulivo, simbolo di pace e di vita, icona del nostro progetto in ricordo di tutte le persone che in questi ultimi due anni, hanno lottato ed hanno perso, contro questo maledetto nemico invisibile. Troppo spesso, caro Presidente, ricordando anche un discorso di Papa Francesco, abbiamo visto alberi giovani, sontuosi, che alzavano i loro rami verso il cielo andando sempre più in alto, e sembravano un canto di speranza. Successivamente, dopo una tempesta, li abbiamo trovati caduti, senza vita.
Avevano disteso i loro rami senza mettere radici profonde nel terreno, e così hanno ceduto agli assalti della natura. Per questo ci fa male vedere che alcuni propongono ai giovani di costruire un futuro senza radici, come se il mondo iniziasse adesso. Perché è impossibile che uno cresca se non ha radici forti che aiutino a stare bene in piedi e attaccato alla terra. È facile “volare via” quando non si ha dove attaccarsi, dove fissarsi.
E lei, Presidente, in questi anni, è stato per noi una grande luce da seguire, un esempio vero in uno dei momenti più difficili delle nostre giovani vite. Come abbiamo fatto in altre occasioni, e temprati dalle difficoltà dovute alla realtà in cui viviamo, noi non abbiamo mollato e le siamo altamente grati di aver accettato ed accolto questo nostro pensiero. Tutto questo ci rende profondamente felici e orgogliosi. Grazie di tutto Presidente».