domenica,Dicembre 1 2024

Scuole chiuse a Vibo, il comitato “Chiedo per i Bambini” reclama «certezze»

Per i rappresentanti del gruppo «appare irrituale l’atteggiamento dell’amministrazione comunale nei confronti dei cittadini più giovani, soprattutto considerata la pazienza e il grande senso civico che hanno dimostrato i vibonesi nel sopportare l’ennesimo disagio»

Scuole chiuse a Vibo, il comitato “Chiedo per i Bambini” reclama «certezze»

«“Le attività scolastiche saranno sospese anche giovedì, venerdì e sabato” – così Maria Limardo alla stampa. Il sindaco di Vibo Valentia sottolinea che “al momento l’acqua non è sufficiente per tutti gli istituti della città”. Il guasto della condotta idrica del comune è stato riparato, nonostante tutto le scuole potrebbero rimanere chiuse. Dopo le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi: “La scuola va protetta, non chiusa, la dad crea disuguaglianze”».  

Questo l’inizio di una nota stampa a firma del comitato “#Cib Chiedo per i bambini”, al quale «appare alquanto irrituale l’atteggiamento dell’amministrazione comunale nei confronti dei cittadini più giovani, soprattutto considerata la pazienza e il grande senso civico che hanno dimostrato i vibonesi nel sopportare l’ennesimo disagio. Rimanere per tanti giorni senz’acqua, in tempo di pandemia, creando situazioni di precarietà igienica all’intera popolazione, per delle disfunzioni ed un problema, legato all’approvvigionamento idrico della città, che è ormai noto da decenni, non appare tollerabile. Eppure – prosegue il comunicato – i cittadini sono stati per l’ennesima volta comprensivi, hanno aspettato con pazienza l’arrivo dell’acqua e adesso perché dovrebbero accettare quella che appare una pretestuosa giustificazione per non far tornare i nostri figli a scuola? Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) molti genitori hanno chiesto una giornata di permesso dal lavoro, per portare i propri figli, con grande senso di responsabilità, per la seconda volta in pochi giorni a fare lo screening e fare un tracciamento prima del ritorno in classe. Invitati a fare il tampone, i genitori non hanno trovato sul posto il personale sanitario per effettuarlo». [Continua in basso]

Quindi la domanda: «Quando si rientrerà a scuola? I genitori e gli studenti attendono una risposta da chi di competenza, che questa volta dovrà agire nel rispetto delle regole stabilite dal nostro Governo. Intanto, le domande aumentano: ma i vaccini non dovevano farci tornare alla normalità? I nostri ospedali, così come le scuole non hanno ricevuto fondi statali per aumentare il personale? Che fine hanno fatto i progetti di acquisto degli aeratori che, a detta degli scienziati, con le attuali varianti, acquistano sempre maggior importanza nelle aule?».
I rappresentanti del comitato, infine, fanno sapere che desiderano «avere notizie e certezze, perché se è vero che con questo virus dovremmo imparare a convivere, allora si rende sempre più indispensabile lavorare insieme per il bene comune e per raggiungere standard di sicurezza che ci consentano – conclude la nota – di far tornare i nostri figli ad una vita che si avvicini il più possibile alla normalità».

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