martedì,Novembre 26 2024

Tropea, Sicari: «Beatificazione don Mottola punto di partenza, non di arrivo»

Il Fratello maggiore dei sacerdoti Oblati nel suo messaggio natalizio: «La Tropea di oggi nasconde dietro tanta luce e bellezza anche il buio dei “nuovi tuguri”

Tropea, Sicari: «Beatificazione don Mottola punto di partenza, non di arrivo»

Don Sicari

«E’ un Natale di gioia per la nostra famiglia Oblata perché è il primo che celebriamo dopo il grande evento della beatificazione di don Francesco Mottola. Ripensare a quello che insieme abbiamo vissuto nel mese di ottobre scorso ci riempie il cuore di gratitudine e ci porta a benedire il Signore per le meraviglie che ha operato nella vita del nuovo Beato, che la Chiesa, elevandolo agli onori degli altari, vuole mostrarci come testimone credibile di fede, speranza e carità da seguire e come fratello in Cristo da invocare nelle prove della vita, affinché ci soccorra col suo sostegno, come farebbe un buon amico». Queste le parole rivolte dal Fratello maggiore dei sacerdoti Oblati del Sacro Cuore don Francesco Sicari, in occasione delle festività di fine anno alla famiglia di consacrati, laici e semplici amici che si rifà al carisma del fondatore don Mottola. Un messaggio inviato anche a nome della Sorella e del Fratello maggiore degli Oblati laici, in cui si sottolinea l’importanza che riveste l’elevazione all’onore degli altari del sacerdote di Tropea.

«La beatificazione di don Mottola, tuttavia – prosegue don Sicari – come abbiamo sempre detto, è stata solo l’inizio di un evento, non il punto di arrivo. Non dobbiamo pertanto né fermarci a contemplare il passato, magari con un po’ di nostalgia, né adagiarci a conservare l’esistente in maniera passiva, ma ci è chiesta la capacità profetica di abitare, saper leggere e interpretare la realtà e le esigenze di questo tempo e proprio per questo di avere il coraggio di scelte nuove perché l’eredità degli insegnamenti e delle opere del Beato continui ad essere trasmessa e a fecondare di bene questo territorio. Questa sfida che io sento molto attuale ci deve vedere impegnati singolarmente, ma anche in una prospettiva sinodale che come famiglia oblata siamo chiamati sempre più a far diventare la cifra della nostra identità, anche come risposta alla riduzione numerica che col tempo sperimentiamo». A seguire don Sicari ritorna con la mente alle 10 circa della mattina di Natale del 1936, quando «nella cappella della Casa della Carità il vescovo Felice Cribellati accese la lampada eucaristica perché come scriveva don Mottola nel diario: “Ho ottenuto da Sua Eccellenza quel che ho chiesto: tutto, cioè Gesù perpetuamente presente nella Casa della carità; i primi otto giorni di luce saranno per Lui” e aggiungeva: “abbiamo recitato il magnificat. Ora vedo sempre più urgente la necessità di santificarmi. Avanti!”.

Sentiamo rivolte a ciascuno di noi la parola  “Avanti” – sottolinea – cogliendo in essa l’invito a continuare a camminare nel tempo che sta avanti a noi con l’impegno rinnovato a vivere con gioia ed entusiasmo la nostra vocazione oblata  di “certosini e carmelitane della strada” per farci, nel nome del Bambino di Betlemme,  compagni di viaggio, compagni delle domande di vita, scrutatori delle tristezze e delle gioie dei volti dei tanti bambini e giovani, degli anziani e ammalati, dei nuovi poveri,  conseguenza della pandemia sociale e delle persone fragili e invisibili agli occhi di tanti,  degli uomini e donne che abitano la Tropea di oggi, che nasconde dietro tanta luce e bellezza anche il buio dei “nuovi tuguri” del tempo moderno e di tutti coloro che incontriamo nei luoghi dove ciascuno di noi vive ed opera». Il Fratello maggiore dei sacerdoti Oblati, conclude il suo messaggio facendo proprie le parole di don Angelo Casati: “Penso sia venuta l’ora, ed è questa, in cui si debba riprendere con serietà e coraggio la via che il Verbo facendosi carne ci ha lasciato. Meno esternazioni e più condivisione delle speranze e delle gioie, dei drammi e delle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”, «cosi come ha fatto nel corso della sua vita il nuovo Beato Francesco Mottola, perla del clero calabrese e apostolo della carità».

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