mercoledì,Novembre 27 2024

L’emergenza Covid nel Vibonese e quei sacerdoti no vax che predicano contro il vaccino

Un problema non solo locale, così come dimostra il caso dell’arcivescovo nativo di Tropea, Massara, costretto a Fabriano a revocare il mandato al parroco

L’emergenza Covid nel Vibonese e quei sacerdoti no vax che predicano contro il vaccino

Non è la prima volta che in epoca di pandemia da Covid-19 si parla di preti no vax nella diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Emblematico il caso di don Pietro Cutuli, sacerdote nel settembre scorso balzato agli onori della cronaca nazionale per aver dichiarato di vedere nei vaccini la «promozione di Satana». In queste ore, tuttavia, si parla anche di altri presbiteri “locali” che nel corso delle loro omelie si sono schierati apertamente contro il vaccino e le limitazioni anti Covid. In un paese dell’entroterra Vibonese, addirittura, si attribuiscono gli scarsi numeri di fedeli vaccinati proprio alle continue prese di posizione no vax e all’influenza in tal senso del parroco di quella comunità. [Continua in basso]

L’intervento del commissario Maria Bernardi

Maria Bernardi, commissario dell’Asp

Comportamenti stigmatizzati dallo stesso commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia Maria Bernardi, pronto a perorare le proprie ragioni e lamentele alle autorità ecclesiastiche preposte, in questo caso al vescovo Attilio Nostro. Sacerdoti e consacrati con posizioni contrarie alle vaccinazioni di massa, ad ogni modo, non si registrano in questo periodo solo nella diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, anzi. Basta alzare un po’ oltre lo sguardo, infatti, e ci si accorge che casi come questi non sono per nulla limitati, sia in Italia che all’estero. E, questo, nonostante la Chiesa e lo stesso Papa Francesco a più riprese siano scesi in campo per chiedere ai fedeli e alle persone «di vaccinarsi come atto d’amore nei confronti di se stessi, dei familiari, degli amici e di tutti i popoli».

Le iniziative della Chiesa contro i “ribelli”

Vescovi e autorità ecclesiastiche in questo periodo si ritrovano spesso costretti ad attuare soluzioni drastiche contro i “ribelli” di turno. Emblematico l’episodio che, più o meno direttamente, ha coinvolto nel novembre scorso un “figlio” di questa terra, l’arcivescovo della diocesi di Camerino-San Severino, Fabriano e Matelica, monsignor Francesco Massara. Il presule nativo di Tropea, nello specifico, poco più di un mese fa ha sollevato dall’incarico di esorcista diocesano e revocato il mandato al parroco della chiesa di San Sebastiano Martire di Fabriano, reo di aver ospitato all’interno dell’edificio sacro un medico “no vax”, radiato dall’ordine professionale, e un centinaio di persone prive di mascherine, «per una conferenza che si è svolta in violazione delle norme governative ed ecclesiastiche sul contenimento e la prevenzione della pandemia». [Continua in basso]

L’arcivescovo Massara, nell’occasione si è anche sentito in dovere di «chiedere scusa a quanti hanno avuto disagio da questa dolorosa vicenda». Come detto, è passato poco più di un mese da quel momento e da quella drastica decisione in terra marchigiana. Nel frattempo, i casi di Coronavirus in Italia e nel mondo sono saliti ulteriormente e a dismisura, così come le sofferenze dei reparti ospedalieri alle prese con gli alti numeri delle persone contagiate. Rimangono i preti e i religiosi dichiaratamente aderenti al credo anti-vaccinale. Una sparuta minoranza anche nella diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, è bene chiarirlo. Quanto basta, però, per fare clamore e per spingere il commissario straordinario dell’Asp a chiedere interventi e a scaricare la “patata bollente” al vescovo Attilio Nostro, insediatosi a capo della più antica diocesi di rito latino del meridione d’Italia poco più di due mesi fa. A questo punto, forse, per saperne di più… non ci resta altro che attendere.

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