martedì,Dicembre 3 2024

Tragedia della littorina a Vibo Marina, parlano i sopravvissuti -Video

Era il 17 novembre 1951 quando un terribile incidente ferroviario, causato dal crollo del ponte Ciliberto, tra Pizzo e la frazione, provocò la morte di 9 persone e più di 20 feriti

Tragedia della littorina a Vibo Marina, parlano i sopravvissuti  -Video
Un momento della cerimonia

di Rossella Galati

«Ero con la mia mamma Clementina Gradia e con mio cugino Francesco Mamone. A sinistra c’era lui, al centro io e a destra mia madre che aveva 43 anni. Credo che loro due mi abbiano fatto da cuscinetto perché io mi sono salvata e sono stata l’unica di quelli seduti all’ultimo posto. Avevo 19 anni. Da quel momento inizia la storia triste della mia vita. La mia mamma era stesa accanto a me, cercava un ultimo bacio ma non ho potuto darglielo perché non potevo muovermi. Glielo darò oggi, nello stesso posto». [Continua in basso] 

Maria Carmela Donato, per tutti Melina, ha ancora vivo il ricordo di quel tragico 17 novembre 1951 quando un terribile incidente ferroviario causato dal crollo del ponte Ciliberto, tra Pizzo e Vibo Marina, provocò la morte di 9 persone (Giuseppe Carbone, Antonio Cichello, Michele Comito, Giuseppe Francolino, Giuseppe Fresca, Clementina Gradia, Francesco Mamone, Francesco Mazzitelli, Bernardo Vero) e più di 20 feriti. Sulla littorina sulla quale viaggiava insieme alla sua mamma c’era gente umile che a distanza di 70 anni le Pro loco di Vibo Marina ha voluto ricordare con una cerimonia semplice a pochi metri dal luogo della sciagura. «È obbligatorio che noi, dopo 70 anni, ci ricordiamo di queste persone – spiega il presidente Vincenzo De Maria -, erano operai, un gruppo di carabinieri, insegnanti, ferrovieri, una mamma. Erano tutti all’interno di questa piccola littorina che all’alba di quel triste giorno, mentre stava per arrivare al porto di Vibo Marina, tant’è che si erano già alzati per scendere, a due chilometri quasi dall’arrivo è successa questa tragedia».

A scoprire la stele commemorativa, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, sono stati i familiari delle vittime. Tra questi anche Caterina Mamone, figlia di Francesco. All’epoca era solo una bambina: «Non avevo nemmeno 4 anni – racconta -, ho sempre vissuto nel ricordo di mio padre. Non lo dimenticherò mai, mai».

Per un impegno comune

Dunque la piazzola di sosta Sp 95 di contrada Sant’Andrea da oggi diventa “luogo della memoria”: «Abbiamo voluto ripulire e recuperare questo piccolo angolo con un muretto in pietra e un ponticello, a circa 300 metri dal luogo esatto della tragedia. È un luogo di transito, una zona turistica, è una strada che conduce da Pizzo a Tropea. Vogliamo che da questo luogo partano dei nuovi segnali che vadano verso una cura maggiore di tutte le infrastrutture, ferrovie, ponti, strade, che ci conducano verso la giusta attenzione rispetto ai beni comuni – sottolinea il presidente della Pro loco di Vibo Marina -. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e siamo disponibili al dialogo con le istituzioni e soprattutto con le persone di buona volontà affinché ci sia una cittadinanza attiva, affinché l’indifferenza sia combattuta». [Continua in basso] 

Per non dimenticare

«Abbiamo voluto organizzare questa cerimonia per tutti coloro che negli anni si sono serviti di questa piccola ferrovia che partiva da Mileto e passava per San Costantino, Vena, Vibo Valentia, Pizzo, Longobardi – aggiunge -. E arrivava a Vibo Marina dove c’era le fabbriche o i grandi treni che conducevano a Napoli o Torino. Su questa linea sono passate diverse generazioni di persone, pendolari, un’umanità che andava in cerca di lavoro e di pane. Si tratta di una tragedia immensa per le comunità locali, per la Calabria intera». Una vicenda che forse all’epoca dei fatti non ha avuto la giusta attenzione: «Forse perché il crollo del ponte era stato in parte preannunciato – secondo De Maria – c’erano già delle lesioni ed era stato costruito male e non era stata fatta una buona manutenzione. Questo in parte viene fuori anche dalle sentenze dove si parla di negligenza e di cattiva cura.  Ma noi non vogliamo riproporre una nuova analisi, se c’è un esperto potrà rileggere tutti gli atti. Noi oggi vogliamo soprattutto commemorare la bellezza di queste persone, di questi 9 nostri concittadini caduti per il lavoro». La giornata è stata patrocinata dall’amministrazione comunale e provinciale di Vibo Valentia in collaborazione con l’Istituto comprensivo statale A. Vespucci di Vibo Marina, la parrocchia Maria Santissima del Rosario di Pompei di Vibo Marina e la Pro loco di Pizzo. 

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