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La strage della Littorina, Vibo Marina non dimentica le vittime del tragico incidente ferroviario

Una stele commemorativa sarà posta sul vecchio tracciato ferroviario. Il drammatico sinistro avvenne nel novembre del 1951 tra Pizzo e Vibo Marina

La strage della Littorina, Vibo Marina non dimentica le vittime del tragico incidente ferroviario

A 70 anni dall’incidente ferroviario della “Littorina Emmina M1-36 corsa n. 340” avvenuto all’alba del 17 novembre 1951 tra Pizzo e Vibo Marina a causa del crollo del ponte Ciliberto, è un dovere morale e civile conservare viva la memoria di quell’evento, «onorare quel pezzetto di umanità in cammino, in una notte fredda su un piccolo treno del Sud». Lo riferisce una nota della Pro loco di Vibo Marina.

La tragedia della Littorina

Il sodalizio, nell’intento di conservare la memoria del tempo e dei luoghi, generare valore nell’educazione continua, ribadire l’importanza dell’impegno civile, salvaguardare sempre il territorio e la sua gente, sta organizzando per 17 novembre 2021 un momento semplice e significativo per il 70°anniversario della Littorina. Per quel giorno è previsto il posizionamento di una stele commemorativa con i nomi delle vittime e un pannello storico,in contrada Sant’Andrea di Vibo Marina, precisamente ai margini della piazzola di sosta Sp 95 che è adiacente a un  ponticello del vecchio tracciato ex Fcl, molto vicino al punto del disastro.

La tragedia della Littorina nelle foto storiche

 A tal fine – si legge nel comunicato – la Pro loco  confida in una cortese  fattiva collaborazione da parte del Comune, Provincia, Scuole, Aziende, Associazioni, per una iniziativa socio-culturale ritenuta  importante per tutta la  Comunità; inoltre, è aperta a ogni iniziativa che renda possibile, la valorizzazione e un minimo arredo di una parte di quest’area di sosta, che diviene anche   luogo della memoria, collocato lungo la strada turistica Pizzo-Vibo Marina-Tropea, uno spazio di alto valore paesaggistico.

Il tragico incidente del 17 novembre ’51

La “littorina” in quel sabato 17 novembre 1951 accoglieva a bordo umili persone, ciascuna con il proprio vissuto e con le proprie speranze, salite lungo il percorso nelle varie stazioncine e caselli: Mileto, San Costantino Calabro, Ionadi-Cessaniti, Vena, Longobardi-Sant’Onofrio, Vibo Valentia, Pizzo. Erano operai delle industrie di Vibo Marina (Cementeria, Pastificio Gargiulo, Agip), carabinieri, insegnanti e una mamma, Clementina.
Quel “piccolo bus su rotaie” con a bordo tanti passeggeri, capotreno e macchinista  sarebbe dovuto arrivare all’alba al porto di Vibo Marina, prima dell’apertura delle fabbriche o in tempo per la coincidenza con i grandi treni elettrici delle Ferrovie dello Stato, che collegano Vibo con Reggio Calabria e Napoli. Quel trenino, però, a Vibo Marina non vi arrivò mai.
Il crollo del ponte Ciliberto mentre transitava il mezzo, provocava  9 vittime e tanti feriti,  sgomento in tutta la Calabria, tanto dolore nelle Comunità di appartenenza e nella famiglia dei ferrovieri, ma anche tanta pronta solidarietà  tra la gente comune.

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