martedì,Dicembre 24 2024

Il messaggio di benvenuto dell’Unicef al vescovo della Diocesi Attilio Nostro

Il presidente del comitato dell'Unicef di Vibo Valentia Gaetano Aurelio si rivolge al presule: «Possiamo e dobbiamo lavorare per il bene del prossimo»

Il messaggio di benvenuto dell’Unicef al vescovo della Diocesi Attilio Nostro
Il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro

«Come Famiglia Unicef sentiamo il desiderio, e lo facciamo con immensa gioia, di porgerle i saluti di benvenuto nella nostra terra di Calabria». È il messaggio che il presidente del comitato provinciale di Vibo Valentia per l’Unicef Gaetano Aurelio rivolge al Vescovo Attilio Nostro che torna nella sua terra. Il  pastore è infatti originario di Palmi. «Sì, proprio la terra che le ha dato i natali e nella quale siamo chiamati a servire: noi per i bambini e gli adolescenti, lei tutte le anime», prosegue Gaetano Aurelio.

«Chiamato dal Signore per mezzo di un grande Papa, Francesco, che sta percorrendo, con fatica ma anche con determinazione – continua il presidente dell’Unicef – le strade per una chiesa santa e universale, animato dallo Spirito Santo che solo i ciechi o chi non vuol vedere stenta a riconoscere e che lo vuole, oggi, vescovo a servizio della nostra bella e martoriata terra di Calabria nella diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Terra che le appartiene come radici e che guarda benigna al suo servizio e alla sua santità. Già, servo dei servi, come lei ha più volte detto nelle ultime interviste, perché è la volontà, certamente, di Colui che ne ha dato l’esempio: Gesù.
Noi desideriamo semplicemente esprimerle tutta la nostra riconoscenza per aver detto ancora una volta sì al progetto di Dio e il nostro affetto di calabresi al servizio della promozione umana e sociale. Siamo sicuri che, assieme, pur nelle nostre peculiarità, che per molti aspetti sono comuni, possiamo e dobbiamo lavorare per il bene del prossimo. Siamo da subito al suo fianco per qualsiasi cosa che lei ritenga di aiuto nella sicura certezza che il futuro ci riservi momenti rosei con al centro quell’uomo per cui Dio ha dato la Sua vita e per cui siamo chiamati a darci».

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