Beatificazione don Mottola, Dalila Nesci: «Un giorno atteso da tempo dalla città»
Il sottosegretario: «Non disperdiamo il suo patrimonio spirituale». Il prossimo 10 ottobre Padre Francesco verrà proclamato ufficialmente beato
«Il 10 ottobre è una data che ho già segnato sulla mia agenda. È il giorno del rito di beatificazione di Padre Francesco Mottola. A Tropea tutti sanno chi è Padre Francesco. Fondatore, nel 1930, ad appena 29, anni della Famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore, si adoperò per tanti anni per far riconoscere a livello diocesano la sua creatura, e vi riuscì nel giorno di Natale del 1968, appena sei mesi prima della sua morte, nonostante sin dal 1942 fosse menomato da una malattia che gli aveva fatto perdere quasi del tutto l’uso della parola. Ha aperto molte sedi della casa della Carità in Calabria, e una perfino a Roma. Luoghi in cui gli oblati, anche laici, si prendevano cura dei disabili». A parlare è Dalila Nesci, vibonese di Tropea, sottosegretario di Stato per il Sud e la coesione territoriale. [Continua in basso]
«La città – aggiunge – aspetta questo giorno da tempo. La causa di beatificazione è cominciata nel 1981. Nel 2007 Benedetto XVI lo dichiarò Venerabile. Ora, finalmente, dopo il riconoscimento di un miracolo, può assurgere al posto che merita nella storia e nella tradizione del cattolicesimo. A presiedere il rito di beatificazione sarà sua eminenza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi. Padre Francesco Mottola – rimarca la Nesci – è stato per anni un esempio da seguire. Ha portato a Tropea e alla Calabria, una città e un’intera regione molto legate alla tradizione cattolica, un valore aggiunto di carità, di contemplazione, di preghiera. Dopo essere stati tutti noi suoi figli, finalmente sarà lui il figlio prediletto della città in cui ha per larga parte vissuto, dove è nato e dove è morto, dove più vive sono state le testimonianze della sua santità. Il 10 ottobre sarà un giorno di festa, di carità e di preghiera, un giorno speciale per Tropea e per la nostra regione. In eredità – conclude il sottosegretario – Padre Francesco ci ha lasciati il compito di non disperdere il suo patrimonio spirituale».