Fondazione Natuzza: sì anche alla convenzione, chiave dell’accordo con la Diocesi
Due giorni dopo la messa di commiato di monsignor Renzo, l'ok alle riforme dello statuto. Attesa per la consacrazione della chiesa e la nomina del rettore
Nel pomeriggio di ieri, due giorni dopo la messa di commiato di monsignor Luigi Renzo, la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea ha dato notizia che qualche ora prima nella sede della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati, l’amministratore apostolico monsignor Francesco Oliva ha consegnato il decreto di approvazione dello Statuto della stessa Fondazione. Nella medesima occasione, insieme al presidente Pasquale Anastasi, l’attuale guida pro tempore della diocesi ha anche sottoscritto la convenzione che regola i rapporti tra le parti in relazione alla gestione della chiesa della Villa della Gioia. Viene così messa la parola fine, a oltre tre anni di polemiche e scontri senza esclusione di colpi, tra i vertici della Fondazione e la Diocesi sul tema delle riforme statutarie richieste da monsignor Renzo in vista della consacrazione della chiesa. Quello che in questo lungo arco di tempo non è riuscito al presule di Campana, dimessosi il primo luglio scorso, a conti fatti in poco più di un mese è riuscito a monsignor Oliva. Al momento delle sue dimissioni (subito avallate dal Papa), in pochi hanno creduto alla motivazione ufficiale dei problemi di salute. Del resto, delle pressioni provenienti dall’esterno e dall’interno della Chiesa per “agevolare” l’uscita di scena anticipata di un vescovo dimostratosi poco accomodante (non solo sul tema delle riforme dello statuto della Fondazione voluta dalla Serva di Dio Natuzza Evolo per la realizzazione della Villa della Gioia) si è detto e ipotizzato sin da subito e a iosa.
La quasi concomitanza temporale di ieri, tra la fine reale dell’era Renzo e la sottoscrizione dell’accordo nella sua interezza, suo malgrado non farebbe altro che rafforzare questa tesi. Dopo un prolungato lasso di tempo, l’intesa tra le parti sul tema delle riforme era per la verità già stata ufficialmente trovata nel marzo scorso, con l’avallo della Santa Sede. Nonostante questo, però, qualche nodo al pettine, a quanto sembra, era rimasto lo stesso, pur in presenza dell’approvazione delle riforme da parte dell’assemblea dei soci della Fondazione e del successivo riconoscimento canonico da parte del vescovo. Da ambienti vicini ad entrambe le parti, in particolare sarebbe emersa la posizione di un monsignor Renzo poco convinto dalla convenzione allegata al nuovo statuto, la stessa sottoscritta nella giornata di ieri da monsignor Oliva. Ma cosa recita il documento che regola i rapporti tra le parti per cinque anni, «tacitamente rinnovabili»? La convenzione, in ordine alla prevista istituzione di una cappellania, prevede nello specifico che entro due mesi dall’approvazione delle riforme solo il primo rettore sarà «nominato per libero conferimento dal vescovo all’interno del clero della diocesi, tra i sacerdoti che condividono notoriamente la testimonianza di fede e di vita cristiana di Natuzza Evolo e lo spirito della Fondazione».
Tale nomina avrà la durata di due anni. Successivamente, «tre mesi prima dello scadere di questo mandato e per ogni successiva nomina», la Fondazione presenterà una terna di sacerdoti della diocesi con le medesime prerogative, «all’interno della quale il vescovo istituirà il nuovo rettore», che in questo caso durerà in carica cinque anni e potrà essere riconfermato «anche più volte a discrezione del vescovo diocesano, sentita la Fondazione». Questi ostacoli, con l’uscita di scena di monsignor Renzo e con l’arrivo di monsignor Oliva, sembrano essere ormai stati definitivamente superati, così come si evince dalla stessa nota della diocesi di ieri in cui si spiega che, a questo punto, «d’intesa tra le parti presto sarà comunicata la data di dedicazione della chiesa». Oltre al giorno in cui sarà consacrato l’edificio sacro della Villa della Gioia, rimane da capire chi sarà il primo rettore scelto dall’amministratore apostolico a guidare per i primi due anni la cappellania. Fra i nomi più accreditati, (fermo restando che nulla deve essere dato per scontato) quello di padre Michele Cordiano, direttore spirituale di mamma Natuzza ed ex tesoriere della Fondazione.