Diocesi Mileto, prima messa di monsignor Oliva: «Sto soffrendo con voi»
Nel corso della celebrazione in cattedrale l’attuale amministratore ha anche auspicato che ad ottobre possa avvenire la beatificazione di Don Mottola
Una messa frutto del desiderio di pregare per il popolo santo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e per l’elezione del suo nuovo pastore. Lasciandosi guidare dal brano della liturgia domenicale, in cui Elia consegna il messaggio di grande attualità che «nessuno può servire due padroni». E dove, tuttavia, monsignor Francesco Oliva non ha mancato di fare riferimento al venerabile Francesco Mottola e di chiedere di pregare affinché, «dopo il riconoscimento del miracolo avvenuto il 2 ottobre2019, a breve il Santo Padre possa comunicarci la data della sua elevazione agli onori degli altari». Il tutto con la speranza «che questo possa avvenire nel mese di ottobre prossimo». Questi, in breve, i contenuti della prima celebrazione eucaristica presieduta nella basilica cattedrale di Mileto dall’attuale amministratore apostolico della diocesi, chiamato da Papa Francesco a curare la fase di transizione susseguente alle dimissioni di monsignor Luigi Renzo. Alla messa sono stati presenti numerosi sacerdoti e il sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano. «Il profeta per essere fedele alla sua missione – ha affermato nella sua omelia monsignor Oliva, rifacendosi al brano biblico su Elia – si trova a vivere momenti difficili, soffre e conosce la paura e lo scoraggiamento. E’ quello che accade a ciascuno di noi, quando scoraggiamento e stanchezza ci fanno dire: “Non ce la faccio più, non serve a niente essere buoni, non cambia nulla, non vale la pena vivere il Vangelo!”. E’ quanto può accadere alla nostra chiesa in questo delicato momento».
A seguire, l’attuale vescovo di Locri-Gerace ha tuttavia tenuto a ribadire che «è proprio in questi momenti di difficoltà e scoraggiamento che il Signore si fa vicino». Da qui l’invito a non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento e dalla rassegnazione, «tarlo che entra nell’anima ed amareggia il cuore. La nostra comunità diocesana – ha proseguito – non deve sentirsi abbandonata. E’ fiera di una lunga e nobile tradizione di fede. Non può fermarsi o vivere questo tempo come tempo di ‘vacanza’: lo è la sede, ma non la vita della comunità. Ancora lunga è la strada da percorrere. Continuiamo a camminare e prepariamo la strada al nuovo Pastore, quel vescovo che il Signore vorrà mandare come guida stabile in un cammino di santificazione che ci tiene legati a Cristo. Oggi il Signore c’invita ad accoglierlo come “pane di vita”. Nutriti di questo pane, andiamo avanti, in mezzo alle luci e alle ombre di questo tempo. Siamo una comunità in cammino che, per vincere la stanchezza, ha bisogno di nutrirsi dell’Eucaristia. Non siamo un popolo che “mormora”, e che non riconosce il Signore che si presenta nel figlio di Giuseppe, in uno di cui si conoscono bene le origini familiari».
Partendo dall’esigenza di questo nutrimento, monsignor Oliva spiega poi che non ci si può perdere «in discussioni, in diatribe, in conflitti inutili» e che oggi più che mai «c’è bisogno di concordia e di pace. Abbiamo bisogno di questo pane. La nostra gente – ribadisce – ne ha bisogno più delle processioni e di altre manifestazioni devozionali. Abbiamo bisogno di questo pane per essere anche noi pane per gli altri. Restiamo perciò uniti nella carità. Non andiamo in cerca di pettegolezzi e di maldicenze». E al riguardo, giunge l’input a sacerdoti, religiosi religiose, diaconi e fedeli a fare riferimento a don Mottola, il quale «invitava ad essere “certosini della strada“, riscoprendo, da una parte, il valore della contemplazione, ossia della vita immersa nel mistero di Dio e, dall’ altra, l’importanza dell’azione concreta, dell’attenzione agli ultimi e ai poveri. Nelle ore poche o molte che mi sono concesse – ha aggiunto – prego con voi, cammino con voi, soffro con voi e per voi. Non venga meno lo spirito di quel cammino sinodale che questa chiesa sta portando avanti da alcuni anni». Nella sua omelia, l’amministratore apostolico non ha mancato di ringraziare anche monsignor Renzo e tutti i vescovi che lo hanno preceduto «per quanto fatto per questa chiesa». Quindi la battuta finale: «Sono in una sede vacante ma non in vacanza». Al termine della sacra funzione ha preso la parola il sindaco Giordano, il quale, dopo aver salutato monsignor Oliva, gli ha espresso la piena disponibilità del Comune, mettendo in evidenza la necessità di lavorare tutti insieme per far uscire la diocesi ed il territorio «da questo momento di tensione, insicurezza e incertezza».