domenica,Dicembre 29 2024

Mileto, l’abbandono di monsignor Renzo tra dubbi, incertezze e intrighi

Il vescovo si è dimesso lo scorso 1 luglio dalla guida della diocesi, ufficialmente per motivi di salute. Nelle scorse ore ha lasciato il suo appartamento

Mileto, l’abbandono di monsignor Renzo tra dubbi, incertezze e intrighi
Monsignor Francesco Oliva

Nelle scorse ore monsignor Luigi Renzo ha lasciato il suo appartamento nella curia vescovile di Mileto, abbandonando quindi anche fisicamente la diocesi che ha governato per circa 14 anni. Con sé ha portato poche cose, quanto di più strettamente personale. Per il resto, ha lasciato tutto quanto presente nell’abitazione alla diocesi e al suo successore. Il vescovo originario di Campana non riveste più questo incarico dal primo luglio scorso, dal giorno in cui Papa Francesco ha accettato le sue dimissioni da titolare della cattedra della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, a un anno dalla fine naturale del suo mandato. Ufficialmente è uscito di scena per motivi di salute. Tuttavia, sin dal primo momento in tanti hanno visto nel suo abbandono anche dell’altro. Per essere precisi, pressioni che da più parti e a vari livelli lo avrebbero “aiutato” a passare la mano, a dire il vero in un contesto dai contorni non sempre nitidi, fatto di lettere anonime, dossier e, addirittura, delegazioni “No Renzo” in missione nelle stanze vaticane. Tali azioni, evidentemente, alla fine hanno prodotto i risultati sperati. [Continua in basso]

La basilica cattedrale di Mileto

Alla Santa Sede, in particolare, non sarebbe piaciuta la gestione di alcune vicende interne alla diocesi. Ad esempio, il mancato avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del segretario particolare don Graziano Maccarone e di don Nicola De Luca (ex rettore della chiesa della Madonna del Rosario di Tropea), chiamati a difendersi (il processo è ancora in corso) dall’accusa di tentata estorsioneaggravata dalle modalità mafiose – dopo aver prestato dei soldi a Roberto Mazzocca, al fine di evitargli l’espropriazione di beni pignorati alla figlia. A pesare sull’uscita di scena anticipata di monsignor Renzo, ci sarebbe anche la vicenda dello scontro tra diocesi e Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati sul tema delle mancate riforme dello statuto e della conseguente non apertura al culto della chiesa della “Villa della Gioia”, edificata su input della Serva di Dio Natuzza Evolo. Una controversia senza esclusione di colpi e mai realmente conclusasi, nonostante ormai da mesi l’accordo venisse dato per sancito e certo.

In uno scenario del genere, fatto di dati certi ma anche di tante supposizioni, illazioni e “tradimenti”, quello che fa pensare – e che per certi versi risulta ad oggi ancora inspiegabile – è la celerità con cui Papa Francesco ha accettato le dimissioni inoltrate pochi giorni prima dall’ormai vescovo emerito della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Il presule di Campana avrebbe chiesto alla Santa Sede di attendere almeno il prossimo 12 agosto prima di abbandonare il suo incarico, in modo da poter festeggiare con i fedeli i suoi 50 anni di sacerdozio nella basilica cattedrale di Mileto. Alla fine la solenne celebrazione eucaristica per il suo giubileo sacerdotale si farà lo stesso, ma solo per “gentile concessione” dell’attuale amministratore apostolico e vescovo di Locri-Gerace Francesco Oliva. Se tutto questo fosse vero, dal Vaticano a monsignor Renzo non sarebbe stato avallato in maniera diretta nemmeno l’“ultimo desiderio”, il che la dice lunga sulla reale portata della questione e sulle sorprese che, ancora… in attesa del nuovo presule ci potrebbe riservare il futuro.     

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