Covid e povertà, dramma nel Vibonese: aumentano del 30% le persone bisognose
Parla Antonio Murone, responsabile provinciale del Banco alimentare. Fotografia agghiacciante dello stato di miseria raggiunto dal territorio di Vibo Valentia durante il periodo pandemico
Mesi terribili. Con un tempo lento e sospeso e una paura fortissima per il domani. La pandemia da Covid 19 ha fatto crescere le ansie, le preoccupazioni. In una parola: ha diffuso più insicurezza, smarrimento. Ma ha anche contribuito in modo deciso all’aumento della povertà. Attività chiuse, lavoratori in cassa integrazione per quattro soldi a fine mese e con l’incubo dello sblocco dei licenziamenti, stagionali senza più impiego, interi settori dell’economia in ginocchio. In questo oltre anno e mezzo di periodo pandemico, dunque, molte famiglie si sono ritrovate sole, fragili e con un nuovo nemico da combattere: la misera. [Continua in basso]
E, naturalmente, in zone storicamente più deboli dal punto di vista economico-sociale le conseguenze sono state ancora più drammatiche. Nel territorio provinciale di Vibo Valentia le persone bisognose sono addirittura aumentate del 30 per cento. «Purtroppo è una triste realtà con la quale occorre fare i conti. Peraltro, è quella che conosciamo, ma non escludo che la percentuale di persone indigenti possa essere maggiore. Non tutti vengono allo scoperto. Sa, c’è imbarazzo, timidezza, quasi vergogna a confessare agli altri la propria povertà. L’emergenza sanitaria ha aggravato il già precario tessuto sociale della provincia. Il nostro territorio, lo sappiamo, è sempre stato economicamente debole e con un forte indice di povertà, ma adesso la miseria ha travolto persone che prima stavano bene. Un dramma nel dramma», dice Antonio Murone, responsabile provinciale del Banco alimentare, da anni impegnato sul campo insieme a diversi volontari per sostenere poveri, emarginati, anziani, persone dimenticate da tanti, probabilmente da tutti.
Murone snocciola dati a dir poco impressionanti che testimoniano il livello di indigenza raggiunto nel Vibonese durante l’intera emergenza pandemica: «Le ventotto associazioni che fanno parte del Banco Alimentare – riferisce il nostro interlocutore – hanno distribuito 330mila chili di prodotti alimentari sul territorio vibonese per sostenere quasi cinquemila persone, segno inequivocabile di una notevole impennata della povertà. Parliamo di persone che oggi non riescono a mettere il pane a tavola per i propri figli. Ma tante iniziative straordinarie hanno dato, comunque, la possibilità a molte famiglie di non sentirsi abbandonate completamente. Non è tanto – confida Murone con un pizzico di amarezza -, ma è quello che abbiamo potuto fare. Abbiamo trovato situazioni difficili, difficilissime e abbiamo cercato di adoperarci per quanto fosse nelle nostre possibilità per sostenerli in qualche modo», spiega sempre il responsabile, il quale ricorda subito dopo che, tra le idee portate avanti, «nel mese di aprile dello scorso anno è stata avviata una bellissima iniziativa, “La Solidarietà è servita”, promossa dalla Vibonese Calcio, che ha coinvolto imprenditori e chef quotati, i quali hanno cucinato in tutta la Calabria per le famiglie indigenti, affidando alla rete del Banco Alimentare la distribuzione. Anche a Vibo è stata accolta questa iniziativa ed ha visto l’adesione di cuochi stellati e amatoriali, con l’istituto Alberghiero che ha messo a disposizione i locali, la Croce Rossa Italiana e, naturalmente, la rete del Banco Alimentare che ha distribuito duecento pasti al giorno per tre settimane. Inoltre – puntualizza ancora il responsabile – sempre l’istituto Alberghiero nei periodi di Natale, Carnevale e Pasqua ha preparato dei dolciumi che, tramite la nostra rete, sono stati consegnati a bambini meno fortunati». [Continua in basso]
Ma c’è di più e a raccontarlo è ancora Murone: «Nel mese di gennaio fino a maggio – dice -, ogni lunedì sono stati preparati numerosissimi pasti dal ristorante Melarancio di Vibo Valentia. Grazie, dunque, all’iniziativa “La solidarietà è servita” e alla generosità di Gregorio, proprietario del ristorante, molte famiglie hanno avuto così l’opportunità di ricevere un buon pasto sulla propria tavola».
Ma il pensiero del responsabile provinciale del Banco alimentare va anche e soprattutto alla «generosità» di donatori e volontari che – evidenzia – «hanno permesso a tante persone di non sentirsi scartati dalla società. Anzi – rimarca Murone – approfitto per ringraziare la disponibilità di enti, di imprenditori, di persone singole, e, ripeto, di un vero esercito di volontari che in questo difficile periodo hanno riscoperto il valore autentico della solidarietà e dell’altruismo. Infine, vorrei anche ricordare che il liceo “Capialbi”, nella persona del dirigente Antonello Scalamandrè, ha voluto regalare duemila mascherine al Banco alimentare che sono state subito distribuite e molto apprezzate. A tutti loro, nessuno escluso, – chiude il responsabile – va pertanto la mia infinita gratitudine e la promessa che continueremo a stare accanto a chi ha bisogno. Cercando di non lasciare indietro nessuno».