Un mese dalla morte di Antonio Nicolace, il figlio prediletto di Natuzza Evolo
Era il 27 aprile quando si accasciò stroncato da un infarto. Attendeva con ansia l’apertura al culto della chiesa della Villa della Gioia, sorta su input della Serva di Dio
È trascorso giusto un mese dall’improvvisa morte di Antonio Nicolace, il figlio “discolo” di Natuzza Evolo. Era la mattina del 27 aprile, infatti, quando l’ex impiegato della Provincia di Vibo Valentia si accasciava improvvisamente al suolo davanti ai propri familiari, mentre svolgeva dei lavori in un terreno di proprietà. Il 73enne è stato stroncato da un arresto cardiaco. Inutili gli interventi dei carabinieri e dei sanitari accorsi sul posto, con tanto di utilizzo di un defibrillatore. La sua scomparsa ha lasciato nello sconforto non solo l’amata moglie Eleonora e i tre adorati figli, ma anche l’intera comunità miletese e tutti coloro che, giornalmente, in special modo prima dell’avvento della pandemia, giungevano a centinaia in questa sparuta terra di Calabria, attratti dal carisma di “Mamma Natuzza”. [Continua in basso]
Il figlio prediletto della Serva di Dio di Paravati, infatti, da quando era andato in pensione dedicava tutto se stesso per testimoniare la santità e le virtù eroiche dell’umile donna calabrese, morta nel giorno di Ognissanti del 2009. Quasi come se sentisse l’obbligo morale e religioso di portare avanti la missione della propria mamma, tesa ad alleviare le sofferenze delle persone e a riportarle alla fede cristiana. In un mondo diverso, ma sempre con la stessa umiltà di colei che gli aveva dato la vita, preferendo rimanere lontano dai riflettori e, nel contempo, rendendosi sempre disponibile – anche a costo di sacrifici – con le comitive che chiedevano un suo racconto o aneddoto su una madre così speciale. A rimpiangerlo, ancora oggi con le lacrime agli occhi, anche i tanti che insieme a lui amavano sostare nella piazza antistante la chiesa parrocchiale “Santa Maria degli Angeli” e coloro che hanno avuto la fortuna di averlo come amico affettuoso.
Antonio Nicolace era profondamente addolorato per quanto avvenuto negli ultimi tre anni, per lo scontro registratosi tra la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” – realtà voluta dalla mistica per la realizzazione della Villa della Gioia” – sul tema delle riforme dello statuto. Lo percepiva come un tradimento nei confronti della propria genitrice. Poi, nel marzo scorso, l’accordo sulle modifiche sancito dalle parti gli aveva ridato speranza, tant’è che il “monello” di casa attendeva ora con ansia che venisse consacrata e aperta al culto la Grande chiesa. Purtroppo è morto prima che tutto ciò avvenisse. Piace pensare, a questo punto, che a tale celebrazione vi parteciperà e vi assisterà dal cielo… abbracciato amorevole alla sua mamma.