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Rinascita: Moscato e la potenza del gruppo di San Gregorio, fra estorsioni, omicidi ed affari

Roberto Soriano ucciso e macinato con il trattore, Antonio Lo Giudice bruciato. Il ruolo di Saverio Razionale, l’arroganza dei Piscopisani e lo scontro a Vibo fra i Lo Bianco, il gruppo Mantella e i Mancuso. Diverse le persone vittime di usura

Rinascita: Moscato e la potenza del gruppo di San Gregorio, fra estorsioni, omicidi ed affari
Rosario Fiarè

Un patrimonio conoscitivo delle dinamiche criminali del Vibonese enorme. Raffaele Moscato non delude le aspettative ed anche oggi racconta un vero e proprio romanzo criminale fra omicidi, traffico di droga, usura e “battesimi” di ‘ndrangheta. Dopo aver ripercorso gli anni dello scontro fra il clan Lo Bianco-Fortuna di Vibo ed i Fiarè- Gasparro-Razionale di San Gregorio d’Ippona, rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, il collaboratore di giustizia si è soffermato a lungo proprio sul clan di San Gregorio d’Ippona. “Al vertice storicamente c’è sempre stato Rosario Fiarè, con accanto il fratello Filippo Fiarè. Quest’ultimo ha un figlio dentista, Francesco Fiarè, il quale dentista – ha raccontato Moscato – si dedicava al traffico di droga. Che Francesco Fiarè trafficasse in stupefacenti me lo disse anche Antonio Franzè di Vibo, detto Platinì, che insieme a Giuseppe Topia e Giorgio Galiano facevano parte del gruppo al cui vertice c’era il narcotrafficante Vincenzo Barbieri e si occupavano dell’importazione di cocaina. Fra l’altro Antonio Franzè nel carcere di Frosinone è stato battezzato nella ‘ndrangheta entrando a far parte del locale dei Piscopisani. Per anni i bracci-destri della cosca guidata da Rosario Fiarè sono stati Gregorio Gasparro e Saverio Razionale. Ad un certo punto, però, i rapporti fra Rosario Fiarè e Saverio Razionale si sono guastati dopo che quest’ultimo ha subito un tentato omicidio a Briatico mentre si trovava in auto in compagnia di Giuseppe Fiorillo. Mandante di tale attentato – ha spiegato il collaboratore – è stato Giuseppe Mancuso, detto Peppe ‘Mbrogghja, nonostante da giovane Saverio Razionale fosse un azionista dei Mancuso”.

La carcerazione di Rosario Fiarè intorno al 2005 e il trasferimento a Roma di Saverio Razionale avrebbero lasciato mano libera a san Gregorio d’Ippona a Gregorio Gasparro, quest’ultimo però sempre collegato a Saverio Razionale che era il cognato del padre (ucciso nei primi anni ’80 da Francesco Fortuna). [Continua in basso]

Saverio Razionale

Il ruolo di Razionale fra giri di usura, prestanome e amicizie

“Nella città di Vibo Valentia era Diego Bulzomì – ha riferito Moscato – a girare ad usura i soldi di Saverio Razionale. Ricordo che i due avevano sotto usura anche un imprenditore che stava a Roma e si chiamava Nilo, il quale a sua volta doveva dare centomila euro ad Antonio Franzè, detto Platinì, dopo il sequestro di un carico di cocaina nel porto di Livorno. Razionale, però, non voleva che Nilo fosse toccato da nessuno in quanto era sia sotto usura e sia gli faceva da prestanome a Roma. Razionale a Roma aveva un bar ed una ditta di costruzioni. Con noi Piscopisani ci siamo visti a Roma in un hotel vicino casa sua. Nel 2009 – ha ricordato Moscato – mi hanno organizzato lui, Saverio Razionale e Michele Fiorillo la festa di compleanno. Eravamo a cena tutti assieme e a mezzanotte Rosario Battaglia e gli altri presenti mi hanno fatto una sorpresa con la torta e lo champagne. Poi abbiamo continuato a festeggiare, tutti assieme, anche con Saverio Razionale, a “Campo dei Fiori”. Noi eravamo con un’auto blu, quelle a noleggio, in quanto con noi c’era anche Salvatore Giamborino di Piscopio, figlio di Giovanni Giamborino, che è titolare dell’attività di noleggio”. Secondo Raffaele Moscato, Saverio Razionale “aveva amicizie a livelli impressionanti ed a Roma gestiva pure un night club che Rosario Battaglia non volle prendersi. Saverio Razionale aveva rapporti pure con Luigi Mancuso e dei Piscopisani teneva particolarmente solo a Michele Fiorillo, detto Zarrillo, figlio di Giuseppe Fiorillo.

Nel Vibonese, in ogni caso, a dividere le estorsioni più grosse e consegnare i soldi agli altri clan ci pensava Gregorio Giofrè, detto Nasone, mentre fra i fatti di sangue attribuibili a Gregorio Gasparro ed al suo gruppo – ha dichiarato ancora il collaboratore – ricordo c’è stato l’omicidio di Carmelo Polito, morto per essersi permesso di dare due schiaffetti in carcere a Rosario Fiorillo”. [Continua in basso]

Roberto Soriano

Gli omicidi di Roberto Soriano e Antonio Lo Giudice e la figura di Vacatello

Raffaele Moscato è quindi passato a raccontare le sue conoscenze sul duplice omicidio di Roberto Soriano di Filandari e Antonio Lo Giudice di Piscopio. Un fatto di sangue i cui responsabili, secondo il collaboratore, sarebbero Saverio Razionale e il boss di Zungri Giuseppe Accorinti. Roberto Soriano sarebbe stato colpevole di aver attentato nel 1995 alla vita di Saverio Razionale a Briatico su mandato di Giuseppe Mancuso, alias ‘Mmbrogghja. Per tutta risposta sarebbe stato torturato da Saverio Razionale e Giuseppe Accorinti nelle campagne di Zungri ed il suo corpo macinato con il trattore.Antonio Lo Giudice, che era un malandrino di Piscopio – ha dichiarato Moscato –, si era recato con Roberto Soriano nelle campagne di Zungri da Giuseppe Accorinti e non volle abbandonare l’amico. Così venne ucciso pure lui da Accorinti e Razionale e il suo corpo bruciato in un’auto. Razionale e Accorinti erano come fratelli e spesso pranzavano in campagna a Zungri insieme a Francesco Bonavena di Pananconi e Antonio Vacatello di Vibo Marina.

Antonio Vacatello

Quest’ultimo prima aveva un rapporto fortissimo con Rosario Fiarè e spacciava droga per suo conto, poi ha gestito le bische clandestine a Vibo Marina per conto di Francesco Mancuso detto Tabacco e poi è stato affiliato al locale di ‘ndrangheta di Peppone Accorinti a Zungri. Antonio Vacatello – ha ricordato Moscato – aveva un rapporto stretto anche con Rosario Battaglia ed è stato lui a passarci notizia che pure Gregorio Niglia di Briatico era stato affiliato al locale di Zungri. In un’occasione io ho pestato il gestore del ristorante La Rada a Vibo Marina perché insieme a Rosario Fiorillo e Davide Fortuna non ci aveva fatto lo sconto. Il proprietario della Rada – ha spiegato il collaboratore – era nipote di Francesco Bonavena il quale dopo il pestaggio mi mandò a chiamare e mi recai al bar La Vela di Vacatello dove oltre a quest’ultimo trovai pure Saverio Razionale. Io negai di aver pestato il gestore del ristorante, ma Francesco Bonavena mi disse che non mi dovevo permettere”.

Fra le vittime del clan dei Piscopisani ci sarebbe invece stato l’imprenditore Mario Lo Riggio, fra gli imputati di Rinascita-Scott. Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo – ha continuato Moscato – mi mandarono da lui a chiedergli diecimila euro a titolo di estorsione. Lo Riggio mi disse però che in quel momento aveva problemi familiari e non poteva darci nulla. Intervenne poi Gregorio Gasparro dicendoci che Lo Riggio era un loro amico e alla fine Rosario Battaglia si accontentò di quattromila euro lasciandolo in pace”. [Continua in basso]

L’usura a Vibo e dintorni

Francesco Antonio Pardea

Raffaele Moscato si è soffermato a lungo anche sulle persone sotto usura. “Il gruppo Mantella – ha spiegato – aveva sotto usura Paolo Callipo di Longobardi, detto Paolo Testa, un truffatore che aveva il vizio del gioco con le macchinette. Sono stato io – ha ricordato Moscato – a portarlo da Salvatore Morelli e Francesco Antonio Pardea i quali gli prestarono quattromila euro che dopo un mese dovevano essere restituiti con la somma complessiva di cinquemila euro. Altra vittima di usura da parte di Mantella e Pardea era poi l’imprenditore Ceravolo che aveva a Vibo un autosalone. Altra persona sotto usura da parte dei Tripodi di Portosalvo – ha riferito ancora Moscato – era poi l’imprenditore Isolabella proprietario del ristorante Mocambo di Pizzo. Nel 2007-2008, infatti, Nicola Tripodi il matrimonio dei figli al Mocambo non li ha pagati”.

Sotto estorsione da parte di Salvatore Morelli e Francesco Antonio Pardea ci sarebbe stato anche il titolare del negozio “Stocco e Stocco” lungo la Statale 18 a Vibo Valentia, mentre il titolare del negozio di abbigliamento Annunziata sarebbe stato sotto estorsione da parte di Andrea Mantella e Francesco Scrugli. “Nonostante Pantaleone Mancuso, detto Scarpuni – ha ricordato ancora Moscato – si fosse opposto a far pagare Annunziata ai vibonesi, Scrugli e Mantella erano riusciti a spuntarla, tanto che Scrugli si recava a vestirsi all’Annunziata di Vibo senza pagare”.

Vincenzo Barba

Moscato si è poi soffermato sulla composizione del clan Lo Bianco, rivelando anche che nelle intenzioni del gruppo Mantella vi era pure l’eliminazione di Enzo Barba detto Il Musichiere, ritenuto troppo accondiscendente con i Mancuso. “A capo del gruppo Lo Bianco dopo le morti di Carmelo Lo Bianco Piccinni e poi di Carmelo Lo Bianco detto Sicarro, il gruppo di Mantella che comprendeva pure Francesco Antonio Pardea, Salvatore Morelli, Domenico Macrì, Domenico Tomaino, Carmelo Chiarella ed altri, preferivano avere Filippo Catania con il quale – ha spiegato il collaboratore – il gruppo di Mantella riteneva di poter dialogare. Per questo stavano pensando a come uccidere Enzo Barba”. Fra gli scontenti del gruppo Lo Bianco, a detta di Moscato, vi sarebbe stato anche Carmelo D’Andrea, detto “Coscia d’Agneu”, poiché non avrebbe ricevuto sostegno economico dal clan mentre si trovava in carcere.

Salvatore Morelli

Ruolo di spicco nel gruppo di Mantella avrebbe invece mantenuto Salvatore Morelli, attualmente latitante, che si occuperebbe di estorsioni, droga ed usura.Morelli è stato affiliato nella ‘ndrangheta entrando nel clan Lo Bianco – ha concluso Moscato e ricordo si trovava con Rosario Battaglia quando spararono a Giuseppe Pugliese Carchedi. Morelli era la persona più carismatica del gruppo dopo Mantella e Scrugli. Si è cresciuto sin da bambino anche con i Piscopisani e insieme ai Battaglia e Fiorillo prese a fucilate a Soriano Calabro i fratelli Bellissimo che in un’occasione si erano permessi di fare un apprezzamento sulla ragazza di Rosario Battaglia”. L’esame di Raffaele Moscato proseguirà domani.

LEGGI ANCHE: Rinascita-Scott: Moscato e la ‘ndrangheta vibonese, fra scontri e tentativi di pace

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