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Covid, i numeri della Calabria sono falsati: mancano i dati dei laboratori privati

Da due mesi i test rapidi sono stati equiparati a quelli molecolari e devono essere comunicati a Roma. Ma la Regione non riesce a raccogliere i risultati. Ecco perché da settimane questa voce segna ogni giorno appena 6 casi

Covid, i numeri della Calabria sono falsati: mancano i dati dei laboratori privati

di Luana Costa
C’è una falla nel sistema. E si annida precisamente nelle modalità di conteggio dei nuovi positivi. Il buco nero informativo lo si deduce facilmente dal report che il ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità rendono noto a cadenza giornaliera, contenente i dati dei contagi regione per regione.

L’invariabile Calabria

Nella tabella riservata alla Calabria tutti gli indicatori variano sulla base dei dati comunicati quotidianamente, tranne uno: i casi identificati da test antigenico rapido. Nella circolare del 8 gennaio 2021 diramata dal ministero della Salute il dubbio circa il conteggio dei casi positivi rilevati con test antigenico, tuttavia, viene definitivamente dissipato. In quella informativa vi si legge chiaramente che «gli esiti dei test antigenici rapidi o dei test rt-pcr, anche se effettuati da laboratori, strutture e professionisti privati accreditati dalle Regioni devono essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento».

Falle di sistema

Si tratta del sistema regionale in cui confluiscono ogni giorno i dati relativi ai nuovi contagi e che poi vengono trasferiti a Roma, al vaglio del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Gli stessi enti che poi diramano il report quotidiano, in cui si rileva da tempo una discrasia tra le informazioni raccolte a livello territoriale e quelle trasmesse al ministero. Da giorni, almeno venti, la colonna deputata a conteggiare i casi identificati da test antigenici rapidi in Calabria resta inesorabilmente stabile e fissa sul valore 6.

Le richieste delle Asp di Vibo, Crotone e Catanzaro

In Calabria sono 96 i laboratori privati autorizzati o accreditati dalla Regione Calabria ad eseguire i test antigenici rapidi. Già dal novembre scorso le aziende sanitarie provinciali di Crotone e Vibo Valentia avevano chiesto ai laboratori privati ricadenti nel territorio di competenza di trasmettere i dati riferibili ai nuovi positivi rilevati. A Catanzaro la richiesta è ben più recente e risale al 20 gennaio scorso. Tuttavia, in questo non breve lasso temporale i laboratori privati delle tre province hanno comunicato alle Asp di competenza almeno 500 casi rilevati attraverso l’esecuzione dei test rapidi, i quali non figurano affatto nel report ministeriale che continua a riportare solo 6 nuovi casi.

Calcolo senza dati

Una circostanza affatto secondaria se si pensa che la trasmissione e l’elaborazione dei dati impatta direttamente sul monitoraggio dell’evoluzione epidemiologica e sul calcolo dell’indice di contagiosità Rt. Non meno superflua è la trasmissione dei dati ai fini dell’attivazione della sorveglianza attiva sul territorio, sulla predisposizione delle quarantene domiciliari e sulla presa in carico dei contagiati da parte delle Usca.

Il “colore” è giusto?

Ulteriori discrasie sono, inoltre, rilevabili sulla richiesta degli esiti dei tamponi antigenici rivolte ai laboratori privati. In alcuni casi è stata richiesta la sola trasmissione dei test risultati positivi, in alcuni casi sia di quelli positivi che di quelli negativi. Tuttavia, nessuno dei due al momento viene conteggiato e anche in questo caso non si tratta di pura formalità dal momento che la proporzione tra il numero totale dei test eseguiti e il numero dei nuovi positivi è utile a conteggiare l’indice Rt. Difficile dire se a causa di un tale buco informativo, la Calabria potrebbe trovarsi oggi in una fascia “colore” differente da quella attuale. Certa è, invece, l’inadempienza nella corretta trasmissione dei dati.

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