Alla ricerca dei potenziali contagiati, tra cenoni e “maialate”: ecco i detective anti-Covid di Vibo
VIDEO - Chi sono e come lavorano gli operatori che si occupano del contact tracing, cioè il tracciamento dei contatti stretti dei positivi. In questi giorni si continua a incrociare informazioni sui focolai innescati durante le feste
I telefoni squillano di continuo. Nell’ufficio tracciamento dell’Asp di Vibo Valentia, sette operatrici lavorano ininterrottamente. È in questa stanza, al terzo piano di via Dante Alighieri, che avviene il Contact tracing. Da qui partono le telefonate per comunicare l’esito dei tamponi o per intercettare le persone che hanno avuto contatti con i soggetti risultati positivi al Covid 19.
Le detective anti-Covid
«Ognuna di noi ha due telefonini sempre al seguito, che ci portiamo a casa perché a volte capita che i dati arrivano a tarda sera e noi dobbiamo comunicare della positività le persone», spiega un’operatrice. Svolgono un’attività di indagine, ecco perché sono state ribattezzate detective anti-covid: «Da dicembre il lavoro è aumentato in modo esponenziale – dice -, è evidente che molti non hanno rispettato il distanziamento».
Festeggiamenti di Capodanno con positivo
A confermarlo è la stessa responsabile delle maxi-emergenze che ci mostra un foglio A4 pieno zeppo di numeri di telefono: «Appartengono – dice Rosabella Talarico – a 20 persone che hanno partecipato (in barba alla regole) al cenone di Capodanno. L’effetto delle feste…». E proprio i festeggiamenti per il nuovo anno da parte di un gruppo di giovani sarebbe la causa del focolaio di Monterosso, dove i positivi al virus sono 66, molti dei quali sono anziani ospiti della Rsa Villa delle Rose. Assembramenti per l’uccisione del maiale sarebbero invece la causa del focolaio scoppiato a Piscopio, che ad oggi conta quasi 400 positivi. Comportamenti irresponsabili che hanno fatto salire la curva dei contagi e messo in ginocchio l’intera Regione, che con ogni probabilità tornerà a essere dichiarata zona rossa.