Ospedale di Vibo, Giuliano: «In caso di bisogno, terapie intensive pronte in 48 ore» – Video
All'Asp di Vibo Valentia si lavora per riaprire reparti. Preoccupato ma non troppo il commissario Giuseppe Giuliano che, sebbene manchino terapie intensive e anestesisti, parla di situazione sotto controllo
Sono 500 le persone in quarantena domiciliare, 150 i positivi al Covid-19 e 8 i ricoverati. Questi ad oggi i numeri della pandemia a Vibo Valentia. «E se pure i numeri dovessero triplicarsi saremo in grado di reggere» rassicura il commissario dell’Asp di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano. Riflettori puntati sullo Jazzolino dove per ora mancano le terapie intensive dedicate ai pazienti Covid. «Se la situazione dovesse aggravarsi – assicura Giuliano – nel giro di 48 ore siamo pronti ad attivare cinque postazioni di terapie intensive». Ad oggi i pazienti gravi affetti da Covid vengono trasferiti all’ospedale di Catanzaro.
Per sopperire alla carenza, c’è un progetto – sempre sulla carta ma che dovrebbe essere attivo tra una quindicina di giorni – che prevede la riconversione dell’ex sala operatoria in terapia intensiva. Zona interamente riservata ai pazienti Covid. Si prevedono dai sei agli otto posti. Peccato però che non ci sono gli anestesisti necessari.
Riattivato invece il reparto Covid, quello dove vengono ricoverati pazienti che non necessitano di intubazione. Sono invece 17 i posti letto smistati tra l’ex reparto di ortopedia e la vecchia palazzina delle malattie infettive adiacente al nosocomio. Quest’ultima sottoposta a ristrutturazione che la rende utilizzabile solo in parte e i cui lavori dovrebbero terminare non prima di marzo.
E mentre si fronteggia l’emergenza Covid, il nosocomio si riappropria del reparto ortopedico, dismesso da oltre un anno: quattro posti letto attivati nel reparto di chirurgia generale. E se la situazione dovesse peggiorare? «Se i casi dovessero quintuplicarsi, bisognerà passare al piano B, ovvero destinare l’ospedale di Serra San Bruno a reparto Covid. Scartata invece l’ipotesi del nosocomio di Tropea poiché ospita uno dei reparti più delicati e difficilmente smantellabili, quello di oncologia.
Ma se dovesse occorrere, c’è pure un piano C. «L’idea – spiega il manager della sanità vibonese – è quella di spostare medicina interna e utilizzarla come reparto Covid. Ciò significherebbe – ammette – compromettere il funzionamento dell’ospedale di Vibo che vorrei preservare per tutte le altre patologie».