Vibo, le donazioni Covid utilizzate per l’acquisto di un ecografo per la prostata
L’Azienda sanitaria ha speso 135mila euro per un dispositivo di ultima generazione destinato all’urologia di Tropea. Mentre la Calabria si ritrova zona rossa per carenza di posti in terapia intensiva
Che fine hanno fatto le donazioni elargite a favore della sanità vibonese nel corso della prima ondata del Covid? Con il riaccendersi della pandemia è logico attendersi che i contributi economici – che aziende, privati cittadini, associazioni ed enti hanno espressamente destinato all’emergenza coronavirus – siano stati effettivamente utilizzati per il potenziamento dei percorsi Covid, in previsione di una seconda ondata tutt’altro che imprevista. Specie alla luce degli ultimi provvedimenti che individuano la regione Calabria come zona rossa, e per molti versi la condannano, proprio per la carente dotazione sanitaria che espone la popolazione ad alti rischi di fronte alla crescita esponenziale dei contagi.
E invece, a Vibo Valentia, per quanto attiene alle donazioni in denaro, le cose sono andate diversamente. L’Asp vibonese ha infatti impiegato una parte consistente (135mila euro) dei fondi raccolti, per l’acquisto di un ecografo di ultima generazione per le biopsie prostatiche, destinato al reparto di urologia dell’ospedale di Tropea. Reparto in disarmo, di cui si dà per certo il trasferimento allo Jazzolino di Vibo. [Continua]
Oltre 182mila euro di donazioni
Non ventilatori polmonari, dunque, né letti per la terapia intensiva. La scelta dell’Asp vibonese è ricaduta su un dispositivo che si rivelerà certamente indispensabile nella diagnosi del cancro alla prostata, ma che altrettanto evidentemente appare poco attinente con l’emergenza Covid e con lo spirito con il quale diversi donatori hanno messo mani al portafogli offrendo moneta sonante. L’azienda – con delibera del commissario straordinario n. 677 del 15.06.2020 -, ha certificato di aver ricevuto donazioni per un importo di 182.875 euro al 25 maggio scorso ma l’ammontare è certamente superiore visto che altri donatori si sono mossi anche oltre quella data. Tali ulteriori importi non sono stati ancora resi noti in alcun atto, nonostante una precedente delibera del commissario straordinario (la n. 334 del 17 marzo) stabiliva che l’Asp avrebbe esposto sul sito aziendale, alla voce “Trasparenza”, l’elenco dei donanti, l’importo donato e la rendicontazione dello speso.
La delibera autorizzativa
Nulla di tutto ciò è reperibile al momento sulla sezione in questione, obbligatoria ai sensi del D. Lgs. n. 33/2013 e fonte di responsabilità diretta per gli amministratori di enti pubblici. In soccorso alla trasparenza arrivano comunque le delibere pubblicate all’albo pretorio online. E proprio da una di queste, la n. 863 del 4 agosto, si apprende dell’autorizzazione da parte del commissario straordinario Giuseppe Giuliano all’acquisto, mediante l’utilizzo delle donazioni, dell’ecografo di ultima generazione per le biopsie prostatiche, su richiesta del direttore dell’unità operativa di urologia dell’ospedale di Tropea, Giuseppe Rodolico (che ricopre anche l’incarico di direttore del Dipartimento di prevenzione ed è a capo della task force in prima linea in questa emergenza Covid).
Allo scopo, il medesimo atto stabilisce un impegno di spesa di 165mila euro da coprire grazie alle donazioni effettuate dalla Eurocontrol di Francesco Cascasi, che ha donato all’Asp 70.000 euro per l’emergenza Covid, dall’Intertonno della famiglia Sardanelli che allo stesso scopo ha destinato 50.000 euro; dalla Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea (20.000 euro), dal Credito Cooperativo di San Calogero/Maierato (20.000 euro); dall’Ordine dei commercialisti di Vibo Valentia (5.000).
“Attività Covid in Urologia”
L’atto autorizzativo specifica come l’acquisto rientri “nelle attività del reparto legate all’emergenza Covid-19”. Ma sono in molti, anche tra autorevoli addetti ai lavori, a far fatica ad immaginare un nesso tra le biopsie prostatiche e una patologia, la Covid19, che colpisce prevalentemente l’apparato respiratorio. Si giustifica ancora la scelta come effettuata “nel rispetto della volontà del donante”. Ma anche qui, sentiti alcuni donatori, si appura che nessuna esplicita richiesta sarebbe stata loro rivolta.
L’atto, ancora, ottiene il parere favorevole, per quanto di rispettiva competenza, del responsabile del procedimento Vincenzo Montoro, del direttore dell’Unità operativa competente Domenico Dominelli, del direttore del Dipartimento amministrativo Bruno Calvetta e viene confermato e sottoscritto dal direttore amministrativo aziendale Elisabetta Tripodi e dal direttore sanitario Matteo Galletta.
La pandemia che avanza
La procedura d’acquisto viene perfezionata tramite un’ulteriore delibera, la n. 1043 del 25 settembre, che definisce l’impiego di 135mila euro per l’acquisto del dispositivo medicale – tramite il Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa) – con offerta unica – dall’azienda Sanit Sud di Gioia Tauro. L’Asp di Vibo si è dunque dotata di un prezioso dispositivo di ultima generazione, certamente necessario e utile. Alla luce della seconda ondata che rischia di travolgere il fragile sistema sanitario calabrese (e vibonese in particolare), è tuttavia legittimo chiedersi se realmente l’intento che ha mosso i donatori e la loro volontà siano stati effettivamente rispettati e se, magari, non sarebbe stato più opportuno destinare quei fondi all’acquisto di attrezzature e dispositivi utili a contrastare l’avanzata del coronavirus Sars-Cov2.