venerdì,Novembre 15 2024

Rientra a Vibo dall’Emilia ma da otto giorni attende l’esito del tampone

Un infermiere vibonese prende una settimana di ferie per rivedere la famiglia ma incappa nelle disfunzioni del sistema di controllo e nella mancanza di interlocutori

Rientra a Vibo dall’Emilia ma da otto giorni attende l’esito del tampone

Emergono nuove disfunzionalità nell’articolato servizio di controllo e contenimento della diffusione del coronavirus in Calabria e, in particolare, nel Vibonese. Dopo la denuncia di una giovane lavoratrice – raccontata nei giorni scorsi dalla nostra testata – che segnalava pubblicamente di essere ancora all’oscuro dell’esito del tampone, effettuato al suo rientro in regione, a poche ore dal termine del periodo di quarantena, viene alla luce una vicenda simile che vede protagonista un infermiere vibonese in servizio nel Nord Italia.   

È lui stesso a raccontare la vicenda in prima persona. «Non vedendo la mia famiglia da circa 4 mesi a causa del lockdown e avendo a disposizione 7 giorni di ferie, ho deciso di raggiungere i miei congiunti. Prima di partire, circa una decina di giorni prima, ho contattato telefonicamente la Prefettura di Vibo per avere notizie certe sul mio possibile spostamento. L’operatore della Prefettura mi ha consigliato  di chiamare il numero verde regionale 800.767676. Da questo numero, non essendo riusciti a fornirmi notizie certe, mi hanno dato il numero del Dipartimento di Igiene dell’Asp di Vibo (331/6851728), unico numero fornito e/a disposizione delle forze dell’ordine e della Protezione civile ma perennemente irraggiungibile/occupato». [Continua]

Dopo una settimana, finalmente, la possibilità di parlare con un operatore. «Mi hanno spiegato che potevo rientrare in Calabria – spiega l’infermiere che ha chiesto di rimanere anonimo -, e  di dover  eseguire il tampone presso l’area di servizio Lamezia Ovest per diagnosticare eventuale infezione da SARS-Cov -2 (nasofaringeo/orofaringeo) e che successivamente dopo 4-5 giorni avrei avuto il risultato». Quindi, «dopo aver effettuato la registrazione sul sito regionale due giorni prima della partenza, il 10 maggio alle ore 20:30 sono arrivato con la mia auto nell’area di servizio di Lamezia Ovest, non vedendo nell’area nessuna postazione della Protezione Civile, ho chiesto al barista informazioni, lui stesso mi ha informato che alle 20 erano andati via».

Nei seguenti due giorni «ho provato ininterrottamente a contattarli invano (numero h24 occupato). Il 13 maggio, finalmente, sono riuscito a sottopormi al tampone, nel parcheggio del Palazzetto dello sport di Vibo, dove erano presenti due operatori in una Fiat Punto del servizio veterinario. Il tampone è stato eseguito tramite frizione sulla lingua e nel vestibolo nasale, dopo la procedura ho chiesto chi avrei dovuto contattare per conoscere l’esito, mi hanno risposto di chiamare l’Asp di Vibo o di contattarli tramite l’email prevenzione@aspvv.it».

Risultato? «Ad oggi, dopo due email e ripetuti tentativi di telefonate, non conosco l’esito del tampone. Nel caso fosse negativo potrei interrompere il periodo di quarantena per poter rientrare a lavorare. Concludo che sono rientrato in Calabria con documentazione alla mano di tampone negativo effettuato in Emilia Romagna e test capillare negativo eseguito il 6 maggio. Test eseguiti in assenza di sintomi ma programmati dalla mia azienda come prevenzione. Tutto ciò mi ha creato parecchi disagi».

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