Coronavirus, i farmacisti di Vibo: «Fateci lavorare a battenti chiusi»
La richiesta inoltrata dai titolari delle farmacie a tutte le istituzioni: «Altrimenti non siamo in condizione di operare in sicurezza»
Le farmacie restano aperte in quanto esercizi che offrono beni di prima necessità, ma le condizioni di sicurezza sul lavoro – a parere dei farmacisti vibonesi – allo stato attuale non sono garantite. Da qui la necessità di richiedere l’espletamento del servizio a battenti chiusi. In una lettera indirizzata alla presidente della Regione Jole Santelli, al direttore del dipartimento Salute Antonio Belcastro, al sindaco di Vibo Maria Limardo, al prefetto Francesco Zito, al commissario dell’Asp Giuseppe Giuliano e al dirigente della farmacia territoriale Giuseppe Borello, i farmacisti vibonesi puntualizzano alcune esigenze.
Lo fanno partendo dall’ultima ordinanza emessa dal sindaco di Vibo su Piscopio e Longobardi, «dimostrativa dello stato particolarmente serio dell’emergenza nel territorio comunale di Vibo Valentia e che testimonia uno scarso rispetto delle regole da parte dei cittadini della comunità vibonese». E sottolineano: «Nonostante gli sforzi, e l’assenza di supporto da parte degli organi preposti funzionale a coadiuvare i farmacisti, esistono dunque particolari situazioni che non rendono attuabili e/o facilmente praticabili le misure governative di cui al Dpcm 8 marzo». Inoltre, tenuto conto che «in altre regioni, analoghe istanze sono state accolte ed autorizzate», ad esempio nel Lazio, chiedono di essere «autorizzati immediatamente all’espletamento del servizio farmaceutico a battenti chiusi».
La lettera è firmata dai dottori: Marialuisa Depino (farmacia Depino); Adriano Monteleone (Centrale); Riccardo Montoro (Montoro); Vincenzo Buccarelli (Buccarelli); Silvio Attilio Marcellini (Marcellini); Innocenzo e Silvia Iorfida (Iorfida, Vibo Marina); Felicia David (David, Vena Superiore); Giuseppe Vazzana (Pharmaduo, Porto Salvo).