Ospedale di Tropea in emergenza: tra 3 giorni un solo anestesista. Piperno (118): «Una vergogna per la località calabrese più famosa nel mondo»
La delegata provinciale del Sindacato medici italiani sollecita i commissari Asp a intervenire in tempi brevi per rimpiazzare il professionista che andrà in pensione

Mancano soltanto tre giorni e poi, il 21 aprile, uno dei due anestesisti in servizio all’ospedale di Tropea andrà in pensione. Il suo (al momento) mancato rimpiazzo da parte dell’Asp aveva messo in allarme l’ex consigliere comunale di Tropea, Antonio Piserà, che, scrivendo al presidente della Regione e commissario ad acta per la sanità Roberto Occhiuto, aveva fatto emergere tutti i rischi altamente probabili per l’ampio bacino d’utenza della struttura sanitaria, incluso il possibile blocco della sala operatoria. Una vicenda allarmante su cui ora si concentra anche la dottoressa del 118 Alessia Piperno, delegato provinciale Smi (Sindacato medici italiani) per l’Asp di Vibo Valentia, che, intervenendo con una nota stampa, rimarca tutte le difficoltà che gravano su una struttura sanitaria ubicata nel luogo della Calabria più famoso al mondo. «La notizia di questi giorni riguardante l’ospedale di Tropea – scrive Piperno – impone non poche riflessioni. L’Asp di Vibo Valentia ne era a conoscenza da mesi e nessun provvedimento è stato adottato. Alla carenza di strutture, di personale, di un territorio che possa ridurre l’affollamento dei Ponto soccorso, già “soffocati” per i fatti loro, si aggiungono interventi di chirurgia proctologica, urologica ed ambulatoriale, svolti regolarmente nello stesso presidio, che rischiano di essere obbligatoriamente annullati».
«Ancora servizi che la nostra provincia perde a discapito dei cittadini – incalza Piperno -, che una sola cosa chiedono: preservare il bene più prezioso, un diritto insurrogabile, il diritto alla salute pubblica. Da medico del Suem118 vorrei sottolineare che alcune patologie urologiche possono in acuto rientrare nei limiti che definiscono il codice rosso. Si capisce bene che questa, definiamola “svista” dei nostri commissari, inevitabilmente si ripercuoterà sul territorio. Ambulanze medicalizzate che partiranno alla volta di Catanzaro o Reggio Calabria, lasciando un intero territorio sprovvisto di mezzo d’emergenza per ore. Il tutto a stagione turistica alle porte. Ciò che rende la Calabria straordinaria, e Tropea con lei, è la gente che la abita, lo spettacolo che la natura offre in ogni suo angolo, ma è vergognoso pubblicizzare una località turistica per poi lasciare a chi ci vive o ci lavora ogni giorno il terribile onere di comunicare che l’ambulanza non c’è, la guardia medica è chiusa perché senza medico e l’unico ospedale, che molti raggiungono anche a piedi, lo troverete provvisto di solo Pronto soccorso e di un medico (se va bene due) che cerca di gestire un flusso inimmaginabile di gente locale e turisti».
«“Inimmaginabile” credo sia anche il termine giusto, e qua mi fermo – prosegue nella sua nota la delegata provinciale del sindacato dei medici italiani – nella speranza che chi di competenza stia realmente facendo i controlli del caso. In queste condizioni non capisco come si possa parlare di una sanità in miglioramento e di Livelli essenziali di assistenza (Lea) magicamente raggiunti e superati. I medici cubani sono arrivati e a loro va il nostro ringraziamento, ma ricordo che lo scopo era migliorare il servizio sanitario regionale e questo, sono i fatti a dirlo, non è avvenuto. Il popolo urla e il governo centrale premia. Credo ci sia bisogno di fare un poco d’ordine. L’ospedale di Tropea merita attenzione, merita potenziamento e non il contrario, specie nella stagione turistica. Si chiede pertanto ai commissari Asp e a chi di competenza di trovare una soluzione consona in tempi brevi».