martedì,Febbraio 25 2025

Pronto soccorso di Vibo nel caos, Città attiva: «Un anno fa chiedevamo all’Asp che fosse potenziato ma nulla si è mosso»

In una nota protocollata a marzo 2024, l'Osservatorio civico evidenziava la mancanza di personale e posti letto oltre che di barelle, sedie a rotelle e strumentazioni varie. L'amarezza dopo le criticità degli ultimi giorni: «Le nostre istanze lettera morta sulle scrivanie dell'Azienda sanitaria»

Pronto soccorso di Vibo nel caos, Città attiva: «Un anno fa chiedevamo all’Asp che fosse potenziato ma nulla si è mosso»
L'ingresso del Pronto soccorso di Vibo Valentia

«Era il 18 marzo 2024, quando scrivevamo una lunga nota all’Asp di Vibo Valentia dal titolo “Richiesta potenziamento servizi sanitari“. Chiedevamo per prima cosa che venissero garantiti i Lea anche nella provincia di Vibo, sostenendo che questo dovesse divenire l’obiettivo prioritario di ogni Pubblica amministrazione ed Istituzione calabrese. Al primo punto, tra i tanti che abbiamo affrontato, ci soffermavamo proprio sulla problematica del Pronto soccorso, chiedendo innanzitutto di implementare la medicina territoriale per alleggerirne il carico, di aumentare i posti letto, di rendere trasparente la quotidiana disponibilità di posti letto all’interno non solo dei vari reparti dello Jazzolino, ma anche all’interno delle varie strutture ospedaliere presenti sul territorio: Tropea e Serra San Bruno, con l’obbligo che ognuno comunicasse giornalmente al Pronto soccorso di Vibo, la disponibilità dei posti letto». È quanto scrive in una nota l’Osservatorio civico Città attiva, che interviene così sulle criticità che in questi giorni più che mai attanagliano il Pronto soccorso dello Jazzolino e l’ospedale intero.

Leggi anche ⬇️

Aggiungono Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo, in qualità di rappresentanti dell’Osservatorio: «Ma chiedevamo anche di potenziare il Pronto Soccorso in termini di strumentazione: mediante l’acquisto di nuove barelle, molte delle quali non sono perfettamente funzionanti, inoltre alcune sono di dimensioni tali da non passare attraverso l’ascensore o alcuni corridoi, aggiungevamo: “così come si rende necessario l’acquisto di altre sedie a rotelle, che attualmente non sono sufficienti a soddisfare le esigenze del Pronto soccorso, si chiede pertanto espressamente di procedere all’acquisto di un numero maggiore di sedie a rotelle privilegiando una colorazione diversa rispetto a quelle utilizzate negli altri reparti, in maniera tale che possano essere facilmente identificate, qualora dovessero essere utilizzate per il trasporto dei pazienti in altri reparti”. Insistevamo anche nella richiesta di acquisto di nuovi elettrocardiografi, di dotare il reparto di un ecografo funzionante e di ogni ulteriore strumentazione necessaria, sia in termini di materiale sanitario: quali sfigmomanometri di alta qualità, apparecchi per la cpap e alti flussi respiratori, sia di strumentazione tecnologica: quali etichettatrici per il laboratorio, una per ogni computer, stampanti e computer efficienti, con programmi aggiornati e materiale di consumo, tipo i toner, da sostituire in tempi adeguati, garantendo una costante manutenzione».

Oltre alla strumentazione, l’Osservatorio rilevava anche la carenza di personale: «Continuavamo, chiedendo di incrementare il numero delle figure sanitarie oss ed infermieristiche, specificando che dalla nostra indagine risultava che gli oss fossero solo in 6, eppure sono figure indispensabili nella sorveglianza e nell’accoglienza dei pazienti, ed anche per il trasporto di questi ultimi per gli esami diagnostici e le consulenze, la carenza di queste figure rallenta in modo determinante il lavoro dell’emergenza. Sottolineavamo anche che: “È di estrema urgenza anche il potenziamento delle figure infermieristiche, che spesso trasferite in altre strutture o reparti, non vengono immediatamente rimpiazzate”».

Leggi anche ⬇️

E ancora: «Abbiamo chiesto innumerevoli volte la riapertura della medicina d’urgenza e dell’osservazione breve intensiva, con l’attivazione dei posti letto. È passato un anno da quando abbiamo protocollato le nostre istanze all’Asp, e vorremmo sapere che cosa si è fatto in tutto questo tempo, rispetto a quello che avevamo richiesto. Nei mesi scorsi, per responsabilità tutte ancora da accertare, abbiamo addirittura rischiato di perdere pure quel poco personale che abbiamo in servizio, che noi invece chiedevamo venisse incrementato. Le notizie che abbiamo letto sulla stampa nei giorni scorsi, hanno descritto una situazione infernale al Pronto soccorso di Vibo, con ambulanze in fila e pazienti sistemati sulle barelle, quelli più fortunati, mentre gli altri costretti a rimanere sulle lettighe delle stesse ambulanze, per cui riteniamo che non si sia fatto proprio niente e che le nostre richieste siano rimaste lettera morta sulle scrivanie dell’Azienda sanitaria, che oggi è gestita direttamente dallo Stato. Non si può – concludono – continuare ad elemosinare diritti a Vibo Valentia, perché è compito dello Stato garantirli ed offrire servizi ai cittadini, quello stesso Stato che oggi ha in mano il futuro della sanità vibonese e che adesso è obbligato a dare risposte».

Articoli correlati

top