Vibo, Nursing Up diffida l’Asp: «Lavoratori da 5 anni in attesa dei premi di produttività, è inaccettabile»
Il sindacato spiega che nel 2020 è stato liquidato solo il 60% dell'importo, poi più nulla: «Non possiamo permettere che i soldi dei dipendenti continuino a restare nelle casse aziendali». Ma non è l'unica vertenza avviata
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La segreteria provinciale di Nursing Up comunica che ha deciso di diffidare l’Asp di Vibo Valentia per il «mancato riconoscimento della retribuzione accessoria/produttività collettiva». Per il sindacato «non è accettabile che centinaia di lavoratori del comparto Sanità restino in attesa di beneficiare dei premi correlati alla performance (ex produttività) per gli anni a seguire il 2020 (anno per il quale è stato liquidato in acconto il 60% del totale). Per gli anni 2021, 2022, 2023 e 2024, nonostante gli innumerevoli solleciti da parte delle organizzazioni sindacali, l’Asp non ha avviato la contrattazione decentrata per la concertazione della performance». Da qui la decisione di procedere con la diffida, a tutela degli infermieri propri iscritti.
«In un periodo in cui le retribuzioni perdono in potere di acquisto, anche a seguito degli ultimi rinnovi contrattuali con aumenti economici inferiori all’inflazione, non possiamo permettere che i soldi dei lavoratori continuino a restare nelle casse aziendali», spiega il segretario provinciale Giuseppe Gliozzi.
Il sindacato «in un’ottica di fattiva collaborazione, chiede all’attuale dirigenza aziendale, non responsabile dei ritardi denunciati in quanto insediata da breve, la convocazione immediata delle organizzazioni sindacali, al fine di concertare l’effettivo importo dovuto a saldo per l’anno 2020, nonché per il riconoscimento e la liquidazione del dovuto per gli anni 2021, 2022, 2023 e 2024 a titolo di produttività/performance in favore di ciascun lavoratore».
Le altre vertenze, dai buoni pasti al demansionamento
Nursing Up ha in corso altre vertenze a tutela dei diritti degli infermieri: «Lo studio legale convenzionato ha già depositato oltre 150 ricorsi con l’obiettivo di far riconoscere il diritto ai buoni pasto a tutti i turnisti il cui orario di lavoro superi le sei ore, per ogni giornata di effettiva presenza, chiedendo il risarcimento economico per gli ultimi dieci anni. Ad oggi, con l’attuale regolamento in vigore, restano fuori dal diritto ad usufruire di tale istituto centinaia di lavoratori, ad esempio il personale che presta servizio, solo per citare alcune unità operative, in sala operatoria, Suem 118, dialisi, endoscopia, sala gessi, radiologia, laboratorio analisi. In fase di contrattazione decentrata Nursing Up è stato l’unico sindacato a firmare l’accordo con riserva, in modo da non rischiare di bloccare il diritto per i lavoratori inclusi nel regolamento e contemporaneamente poter rivendicare tale beneficio per tutti i lavoratori ingiustamente esclusi, nelle sedi opportune». Altra vertenza in corso è relativa al demansionamento del personale infermieristico «obbligato a lavorare per tantissimi anni, senza la presenza di personale di supporto».