Jazzolino, Città Attiva chiede l’accesso agli atti dell’Asp per trovare il “piano Battistini”: «Possibili i lavori senza sgomberare l’ospedale»
L'Osservatorio civico incalza i commissari che guidano l'Azienda sanitaria paventando la perdita dei fondi a disposizione per ammodernare il vecchio nosocomio: «Pronti anche noi ad andare in Procura e alla Corte dei conti»
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L’Osservatorio civico “Città Attiva” di Vibo Valentia attraverso un comunicato stampa chiede interventi urgenti all’ospedale Jazzolino, in linea con i termini previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, date le condizioni fatiscenti della struttura, sostenendo l’iniziativa del Comitato San Bruno che, in merito all’ipotesi di trasferire alcuni reparti in una struttura privata, si è detto pronto a denunciare alla Corte dei Conti eventuali scelte contrarie agli interessi dei cittadini. «Intendiamo ritornare sulla questione dei lavori da eseguire all’ospedale Jazzolino – hanno dichiarato i legali dell’Osservatorio Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo -, insistendo sulla necessità che vengano eseguiti nei termini previsti dal Pnrr, perché non possiamo permetterci il lusso di attendere, viste le condizioni fatiscenti di quella struttura».
«Ci schieriamo apertamente al fianco del Comitato San Bruno – sottolineano nel documento -, che ha già dichiarato di essere pronto a denunciare in Procura e alla Corte dei conti scelte che vadano palesemente contro l’interesse dei cittadini, i quali pretendono un utilizzo trasparente e oculato dei fondi pubblici. Nei prossimi giorni – hanno poi sottolineato Guzzo, Primerano e Grillo – formalizzeremo una richiesta di accesso agli atti per poter verificare quanto era stato previsto nei verbali del gruppo di lavoro Pnrr dell’Asp di Vibo, perché, nonostante i numerosi solleciti, le nostre richieste continuano a cadere nel vuoto ed il “Piano Battistini”, che non prevedeva trasferimenti dei reparti, continua stranamente a non ricevere la giusta attenzione».
Il riferimento è a un verbale risalente all’epoca in cui il generale guidava l’Asp di Vibo in qualità di commissario, che prevederebbe un’organizzazione logistica dei reparti compatibile con l’esecuzione dei lavori di adeguamento antisismico da 25 milioni di euro. Cantiere che deve essere aperto entro la fine di febbraio per non rischiare di perdere i fondi a disposizione.
Per i tre legali, «risulta difficile credere che in un ospedale che in passato disponeva di 400 posti letto e che oggi ne conta un centinaio scarsi, non ci siano spazi sufficienti per effettuare i lavori senza necessità di dover ricorrere a moduli prefabbricati o, addirittura, a strutture private. Più volte abbiamo ricordato la vicenda paradossale di Ortopedia, che dal piano terra è stata trasferita al primo piano, passando da 16 a 6 posti letto penalizzando fortemente il territorio. Al piano terra, a disposizione del reparto di Ortopedia, c’erano anche le Sale operatorie, per un periodo infatti ce ne sono state due, per cui non si comprende perché i lavori non possano partire proprio da lì recuperando tutto quello spazio che può rappresentare l’alternativa al blocco operatorio quando sarà interessato dai lavori di ristrutturazione».
«Dalla Commissione straordinaria, chiamata a ripristinare la legalità a tutti i livelli – hanno sottolineato -, attendiamo segnali forti e chiari che vadano esattamente in questa direzione. Non solo nell’utilizzo dei fondi pubblici, ma anche nella riorganizzazione e nel ripristino di tutti i servizi sanitari che nel corso del tempo sono stati soppressi o depotenziati e, come più volte abbiamo richiesto, insistiamo affinché Ortopedia torni al piano terra e che possa disporre, come in passato, di 16 posti letto. Chiediamo – si legge inoltre nel comunicato stampa – l’immediata riapertura della Medicina d’urgenza e dell’Obi; il ripristino dei posti letto di Psichiatria, Oculistica, Nefrologia e Otorinolaringoiatria: tutti ridotti ad ambulatori».
L’Osservatorio civico “Città Attiva” di Vibo Valentia inoltre continua a chiedere la «riapertura di Medicina nucleare e di Ematologia». «Chiediamo anche che la stessa rigidità riservata ad infermieri e operatori socio sanitari venga adottata per riportare nelle corsie dell’ospedale i medici “imboscati” nei vari Uffici amministrativi, ciò proprio al fine di potenziare i servizi sanitari e garantirne l’efficienza e che vengano verificati titoli e competenze di coloro che ricoprono ruoli di responsabilità. Chiediamo scelte coraggiose in un’Asp nella quale è lo Stato adesso a dettare le regole – concludono i rappresentanti dell’Osservatorio civico -, che deve dimostrare le proprie capacità nel garantire a tutti i cittadini vibonesi il diritto fondamentale alla salute».