sabato,Febbraio 1 2025

La chiusura dello Jazzolino diventa un ring per i sindaci: ognuno spinge per spostare il baricentro sanitario verso il proprio territorio – VIDEO

Opinioni discordanti sulla soluzione da adottare in vista della smobilitazione dei reparti per consentire così i lavori di adeguamento sismico ma ogni amministratore è consapevole che questa può rappresentare l’occasione di rafforzare le strutture periferiche

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Alcuni dei primi cittadini al sit in a difesa dell'ospedale di Serra San Bruno

Al sit-in di ieri mattina dinanzi alla sede dell’Asp di Vibo promosso dal sindaco di Serra Alfredo Barillari a difesa dell’ospedale San Bruno, oltre a chiedere la piena applicazione dei Dca di marzo e novembre 2024 che prevedevano per il nosocomio serrese l’attivazione di 5 posti in day surgery, di 10 posti aggiuntivi di Medicina interna (per un totale di 30 posti) e l’apertura del reparto di Riabilitazione con 20 posti, si è parlato anche dello Jazzolino. Inevitabile il focus sull’imminente smobilitazione, la fine di febbraio, dell’ospedale di Vibo, per consentire l’avvio dei lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico per un importo di 25 milioni di euro.

Le ipotesi al vaglio sono tre: allestire un ospedale da campo nei pressi dell’ospedale dove trasferire i reparti di Oculistica, Ortopedia e Chirurgia, portare tutto a Tropea o anche a Serra oppure affidarsi a una struttura privata che possa accogliere i reparti che vanno temporaneamente smantellati. Sulla soluzione migliore i pareri sono discordanti, anche se partono tutti dalla premessa critica che si è atteso l’ultimo momento per affrontare una situazione nota da tre anni. E se il sindaco di Serra ha preferito non sbilanciarsi, netta la posizione di Fortunato Giordano nella sua duplice veste di sindaco di Mileto e presidente della Conferenza dei sindaci: «L’ospedale da campo secondo me è un’ipotesi che deve rappresentare l’ultima ratio per mantenere la centralità del presidio sanitario vibonese. In quest’ottica, la soluzione di trasferire i reparti in una struttura convenzionata mi sembra la più percorribile. Solo in ultima istanza credo che si debba puntare su Tropea, Serra San Bruno o Soriano. Ciò che è certo è che bisogna darsi da fare immediatamente perché la gente ha bisogno di risposte immediate».

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«È inammissibile e inaccettabile collocare strutture sanitarie in una tendopoli», afferma Pasquale Varì portavoce del comitato per l’ospedale dell’Alto Mesima che ha una sua idea: «Se ci fosse stata una programmazione per tempo, la struttura di Soriano poteva accogliere i reparti di Vibo, sia per la vicinanza con due svincoli autostradali che per la vicinanza con Vibo che dista solo 18 chilometri».

Per Alessandro Porcelli sindaco di Drapia «Sia l’ospedale da campo che l’ipotesi di trasferire gli ammalati verso una struttura privata sarebbe un errore madornale. Credo invece che ci siano le condizioni per un trasferimento all’ospedale di Tropea, poiché in questo momento è la struttura più attrezzata, con una chirurgia già funzionante e non ha bisogno di nulla».

Davanti alla sede di via Dante Alighieri anche il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo: «La sanità non ha colore politico», ha chiosato, sottolineando come quella in atto sia «una battaglia per un diritto costituzionale. La cosa più grave che può fare la politica è dividersi su logiche di appartenenza. È drammatica la situazione sanitaria in questo territorio», ha proseguito Lo Schiavo. «L’ospedale di Serra, Soriano, Tropea, Nicotera e oggi Vibo sono facce di una stessa medaglia. Dove ci sono disuguaglianze e diritti negati la politica deve esserci. E io sono qui per questo motivo.Non accetterò che nessuna prestazione sanitaria possa essere ridotta nella città di Vibo Valentia», ha chiarito il consigliere di minoranza che ha anche posto l’accento sui lavori di costruzione del nuovo ospedale che dovevano terminare a marzo 2026. Poi il riferimento ai lavori di ristrutturazione dello Jazzolino e al trasferimento dei reparti: «Sono stanco di attacchi generalizzati alla politica. Chi ha il potere di decidere deve parlare, noi abbiamo un presidente della Regione che è il commissario regionale alla sanità e abbiamo i vertici dell’Asp. A loro spetta la decisione. Questo silenzio mi preoccupa» ha proseguito Lo Schiavo che ha invocato «chiarezza anche da parte degli altri rappresentanti istituzionali di questo territorio che devono uscire allo scoperto e dire come la pensano».

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Sulla questione è intervenuto nei giorni scorsi anche il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo, che intervistato dal direttore de il Vibonese Enrico De Girolamo ha affermato: «I servizi sanitari dello Jazzolino devono restare nel perimetro di Vibo, perché se vanno via per l’ospedale della città è la morte».

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