«Pretendiamo una risposta dallo Stato», prosegue a oltranza il sit-in davanti all’Asp di Vibo per salvare il Don Mottola di Drapia – VIDEO
A protestare al fianco dell'amministratore della Rsa Soccorso Capomolla anche i lavoratori della struttura che rischiano il posto e i familiari dei pazienti ricoverati: «I diritti del cittadini vibonesi siano rispettati»
Non sono bastate settimane di appelli da parte dei lavoratori e dei familiari dei pazienti del Don Mottola Medical Center, struttura di Drapia accreditata dalla Regione per erogare servizi di Rsa medicalizzata e riabilitazione estensiva. La tanto attesa contrattualizzazione da parte dell’Asp di Vibo Valentia, nonostante le rassicurazioni, non è mai arrivata; con la conseguente impossibilità per i pazienti e le loro famiglie di ottenere gratuitamente prestazioni che dovrebbero essere garantite dal sistema sanitario pubblico e con il rischio sempre più concreto di chiusura dell’unico centro sanitario del genere nel Vibonese.
Così da questa mattina la protesta diventa permanente, con un sit-in ad oltranza davanti all’Azienda sanitaria provinciale: «Abbiamo iniziato questo sit-in permanente perché da cittadini che credono nella democrazia e nello Stato pretendiamo una risposta – ha spiegato ai nostri microfoni Soccorso Capomolla, amministratore del Don Mottola Medical Center -. Noi, nei mesi, scorsi abbiamo tolto il presidio che avevamo costituito davanti all’Asp per un’assunzione di responsabilità, perché volevamo interloquire istituzionalmente e risolvere la criticità. A due mesi, però, dal momento in cui abbiamo tolto il presidio non si è determinato niente».
Al fianco di Capomolla in questa battaglia per salvare la struttura sanitaria, i lavoratori e alcuni dei familiari degli oltre 40 pazienti del Don Mottola insieme ai sindaci di Monterosso Calabro, Antonio Lampasi, e di San Nicola da Crissa, Giuseppe Condello. «Io credo che ognuno debba giocare il proprio ruolo e assumersi la propria responsabilità – ha ribadito Capomolla -. Non vogliamo eroi che vengono a vedere come ha lavorato male il middle management. Abbiamo bisogno di gente che abbia una postura istituzionale e chiedo conto che questi cittadini del Vibonese abbiano gli stessi diritti degli altri cittadini calabresi».
In gioco, conclude l’amministratore della Rsa di Drapia, c’è anche la perdita di 61 posti di lavoro che sarà determinata dalla sospensione delle attività. «Noi abbiamo avuto l’idea imprenditoriale, l’abbiamo supportata perché ci crediamo però le banche a questo punto hanno perso la fiducia, non ci stanno più supportando in quanto loro vogliono una garanzia che può essere il contratto dell’acquisto delle prestazioni – ammette Capomolla -. Questo non c’è stato e adesso siamo con l’acqua alla gola nel senso che, purtroppo, dobbiamo fare delle scelte e non è escluso quello della sospensione dell’attività».