«Occhiuto dove sei?», un medico del 118 di Vibo scrive al governatore: «Qui la sanità è un disastro e va sempre peggio»
Tante le criticità elencate dalla dottoressa Alessia Piperno, dalla mancanza di personale al trasferimento del blocco operatorio dallo Jazzolino per i lavori di ristrutturazione dell’ospedale: «Vogliamo soluzioni e non false promesse»
«Il grido disperato di chi cerca soluzioni e non false promesse, e le chiede all’unica persona che può rispondere». Alessia Piperno definisce così la sua lettera aperta al presidente della Regione Calabria e commissario alla sanità, Roberto Occhiuto. È un giovane medico, presta servizio al 118 di Vibo Valentia e nelle sue parole si legge tutta la fatica del destreggiarsi ogni giorno in una sanità che a queste latitudini sembra fare acqua da tutte le parti. E nella lettera infatti, la dottoressa Piperno elenca una serie di criticità che appaiono come dei veri schiaffi per chi opera in quest’ambito e anche per tutti i cittadini che a quella sanità fanno riferimento.
L’elenco inizia con i «reparti che chiudono per mancanza di personale, e lo stesso personale in attesa di stabilizzazione mandato a casa senza alcuna seria e giustificata motivazione». Il riferimento è agli infermieri e oss non prorogati al 31 dicembre, per un presunto esubero di organico che poi si è rivelato inesistente. E ancora, aggiunge Piperno: «L’ospedale continua a subire ristrutturazioni che hanno il profumo di sabbia negli occhi. A Vibo posizionata ormai da 4 anni la nuova terapia intensiva Covid-19: mai utilizzata! All’interno presidi di ultima generazione abbandonati al lento agire della muffa». A far da sfondo, quasi sbiadito, c’è la vicenda del nuovo ospedale di Vibo Valentia: «Vanta la prima pietra più longeva della storia, oltre 20 anni che assistiamo a questo scempio. A noi era stato detto che il terreno non era idoneo e per questo la stessa pietra saltava di continuo. Ora? Novità?», chiede la dottoressa.
«A breve – aggiunge poi – il reparto di Chirurgia, con Ortopedia ed Oculistica e, di conseguenza, il blocco operatorio dell’ospedale di Vibo verrà spostato a Tropea, mantenendo i reparti di Rianimazione e Radiologia a Vibo, per non parlare del Pronto soccorso di maggiore accesso che, ovviamente, resterà a Vibo. I pazienti ricoverati (e quindi operati o in attesa di intervento) dovranno necessariamente viaggiare tra i due comuni per esami diagnostici e consulenze. Il tutto utilizzando l’unico mezzo a disposizione, l’ambulanza. La stessa, la sola, che si trova a coprire un territorio che si sviluppa su una lunghezza di 30 Km e che in primavera-estate quadruplica la sua popolazione».
E ancora, altro punto affrontato nella lettera: «Abbiamo avuto l’importantissimo aiuto dei volontari, e niente, ci hanno tolto anche loro». Infine, aggiunge Piperno: «In Calabria pare che arrivino fondi importanti ogni anno, ma la situazione, almeno per la mia adorata città, peggiora di giorno in giorno. Da libera cittadina sarà perciò legittimo chiedermi dove finiscano questi soldi? E soprattutto, può essere che me lo chieda solo io?»
Tante le domande, poche le certezze per Piperno: «Non so di chi sia la responsabilità ma quello che è certo è che pare che di Vibo Valentia si siano tutti dimenticati, i vibonesi per primi».
«Presidente – prosegue la lettera -, queste sono solo le parole di un medico calabrese, una donna nata e cresciuta in questa terra martoriata da molti, che oggi è seriamente preoccupata. Allo sviluppo della mia città hanno contributo negli anni onesti cittadini, che con fatica e sudore (lo stesso che noi giovani, grazie a loro, mai abbiamo visto) ci hanno lasciato presidi ospedalieri di tutto rispetto, e sono gli stessi che oggi spesso non sanno a chi rivolgersi anche solo per una banale febbre. Avevamo molto, loro ci avevano lasciato molto, ed oggi gli stiamo consegnando ciò che mai sarebbe dovuto succedere… la strada a senso unico, pare anche a rapida percorrenza, verso una sanità privata.
Perché se provate a venire in questa terra, aprendo gli occhi e guardandovi attorno è questo ciò che si palesa. E può essere che nessuno faccia niente? Siamo destinati a sparire? Quale disegno si prospetta per noi? Perché non può essere che nessuno si preoccupi di fare qualcosa di concreto, nessuno che dia seguito alle innumerevoli denunce riportate dalle varie testate giornalistiche. Il suo incarico come presidente della Regione Calabria (non quello di commissario alla sanità, per questo ha fatto tutto solo) glielo abbiamo conferito anche noi vibonesi. È il popolo che l’ha eletta ed è lo stesso popolo che da tempo ormai, ed in maniera sempre più insistente, le chiede risposte concrete. Il silenzio a lungo andare stanca! Ed ora, caro Presidente, faccia di queste parole ciò che vuole, può prenderle come un attacco o leggerle per quel che sono… il grido disperato di chi cerca soluzioni e non false promesse, e le chiede all’unica persona che può rispondere.
Io dal canto mio torno a lavorare e, soprattutto, a sperare», la conclusione della dottoressa Piperno.