Il defibrillatore arriva con il drone, il test nazionale a Pizzo: «Fino al 70% di possibilità in più di salvare una vita»
La quinta sperimentazione in Italia si è tenuta nel Vibonese nei giorni scorsi: nonostante la pioggia battente il velivolo è giunto in metà del tempo rispetto all'ambulanza
Il defibrillatore arriva a bordo di un drone. Il progetto sperimentale di cardioprotezione aerea della Società italiana sistema 118 – denominato Sanitary emergency urban air mobility (Seuam) – arriva nel Vibonese, dove si è tenuto il quinto test di volo a livello nazionale. In particolare, la sperimentazione si è tenuta a Pizzo nei giorni scorsi. Con uno scenario simulato di arresto cardiaco improvviso, la Centrale operativa 118 ha attivato simultaneamente l’ambulanza 118 e il drone dotato di defibrillatore semiautomatico. I due mezzi di soccorso sono partiti nello stesso momento dalla strada provinciale per Sant’Onofrio e sono stati inviati sulla scena dell’evento, situata sul lungomare Cristoforo Colombo di Pizzo Calabro.
Il percorso, che ha interessato un tratto complessivo di 5,6 chilometri, ha visto il drone con il defibrillatore, nonostante il meteo avverso a causa di pioggia battente e forte vento registrato alla velocità di 60 km/ora, è arrivato sul posto in 3 minuti e 20 secondi mentre l’ambulanza in 6 minuti e 31 secondi.
«Rilevante è l’importanza strategica di questo test – afferma Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società italiana sistema 118 (Sis118) -, perché a riprova delle condizioni obiettive di grande realismo che hanno caratterizzato tutti i testi precedenti della sperimentazione, lo scenario ha dovuto confrontarsi ‘de visu’ con condizioni meteorologiche proibitive, di vera e propria burrasca. Ebbene, nonostante queste avversità, della cui possibile, ed anche improvvisa, evenienza si deve necessariamente tener conto durante lo svolgimento dei vari test della sperimentazione, i quali servono a testare tutti parametri di fattibilità, permissivi ed ostativi, dei voli previsti per la cardioprotezione tempo dipendente della comunità in caso di arresto cardiaco improvviso, il drone ho trasportato il defibrillatore presso la presunta vittima dell’arresto cardiaco in metà del tempo rispetto all’ambulanza. Una scarica elettrica erogata, in queste condizioni, dopo soli tre minuti e mezzo rispetto al momento di insorgenza dell’arresto, garantisce almeno il 55% di possibilità in più di tornare a vivere pienamente, senza esiti neurologici invalidanti, una percentuale obiettivamente assai significativa, preziosissima. Basti pensare che quando nei test di prova, che vengono effettuati nella giornata precedente il test ufficiale di volo, le condizioni meteo erano ottimali, il drone ha portato il defibrillatore presso la presunta vittima in 2 minuti e 30 secondi, le possibilità di sopravvivenza, senza esiti neurologici, sarebbero state notevolmente maggiori, del 65-70% circa».
«Si tratta di una possibile svolta, davvero epocale – conclude Balzanelli – della strategia globale di contrasto tempo dipendente all’arresto cardiaco improvviso, e nuovi dati a supporto chiederemo al prossimo test di volo di Seuam, previsto a Trani il 21 gennaio 2025. Ringrazio, sentitamente, la Gec Software e la Dl Droni, per il supporto tecnico, il sindaco di Pizzo Calabro Sergio Pititto, il presidente dell’Ordine del Medici di Vibo Valentia Enzo Natale».
«Il progetto Seuam – dichiara Enzo Natale – rappresenta nell’ambito dell’emergenza-urgenza un importante passo in avanti nell’assistenza al paziente vittima di un arresto cardiaco. Questa progettualità, unita alla già realizzata legge che permette l’insegnamento nelle scuole del Primo soccorso (art.1, comma 10 della legge 107/2015), rappresenta il completamento di quel primato di civiltà nel nostro Paese che era e rimane l’obiettivo principale del dottore Mario Balzanelli e della Ssi118».