lunedì,Settembre 16 2024

L’ex presidente della Regione Nino Spirlì malato di cancro: «In Calabria non l’hanno scoperto, solo a Milano l’hanno scovato»

Parla da «malato incompreso» e si lascia andare ad amare considerazioni sulla sanità calabrese incapace di una diagnosi oncologica nonostante decine e decine di esami: «Forse parlava lumbard...»

L’ex presidente della Regione Nino Spirlì malato di cancro: «In Calabria non l’hanno scoperto, solo a Milano l’hanno scovato»
La foto pubblicata da Nino Spirlì sui social

Se sei stato in cima, come Nino Spirlì, il tuo sfogo sulle inefficienze del sistema sanitario calabrese assume un significato che va oltre la vicenda personale. Così, leggere le considerazioni da «malato incompreso» dell’ex presidente facente funzione della Regione Calabria, Spirlì appunto, fa riflettere più del solito.

Da malato di cancro racconta la sua odissea sanitaria in Calabria e la svolta diagnostica ottenuta in Lombardia. «Sono “in ballo” con uno sconosciuto dal 4 marzo scorso – scrive sui social –. Ho fatto sei giri di polka negli ospedali della Calabria (al pronto soccorso di Polistena PS e al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria). Ho sopportato ben cinque interventi, cinque anestesie totali, otto fra risonanze magnetiche nucleari e Tac, con contrasto e non, quattro colangio-pancreatografia endoscopica retrograda con telecamera incorporata, una sessantina di prelievi di sangue… Lui, il cancro, era accomodato. Comodo comodo. Parlava un’altra lingua, probabilmente. Perché, con gli stessi strumenti calabresi (dischetti di ogni passaggio), a Milano lo hanno stanato. Ripeto probabilmente, parlava Lumbàrd…»
Un’analisi schietta, ma sincera, sulla sanità calabrese incapace di una diagnosi tumorale.
«Non ho rancori – scrive ancora – né rabbie, ma faccio mio il pensiero di molti: perché? Leggo, anche in queste ore, di violenze sui medici. Inorridisco, ma penso: saranno persone che non sono così pazienti come noi, a menare le mani? E, poi, chi è più violento di chi?»
Nino Spirlì pone questi interrogativi e poi conclude: «A tutti chiedo più coscienza, attenzione, professionalità, verità, lealtà, rispetto del giuramento di Ippocrate per gli uni, per le regole dell’educazione e dell’umanità per gli altri».

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