lunedì,Settembre 16 2024

Pronto soccorso Vibo, dopo le tensioni con il personale infermieristico la dottoressa Rodolico pronta a lasciare: «Ambiente di lavoro ostile»

La professionista in servizio da molto tempo ora valuta un trasferimento: «Dopo 25 anni spesi per i pazienti in un contesto difficile, ritengo impossibile continuare qui il mio servizio»

Pronto soccorso Vibo, dopo le tensioni con il personale infermieristico la dottoressa Rodolico pronta a lasciare: «Ambiente di lavoro ostile»

«Ritengo quindi sia giunto il momento di valutare una mia nuova collocazione perché non credo sia possibile continuare a lavorare assieme a personale ostile. Sarà poi il tempo, che è galantuomo, a dare un seguito ai fatti». Termina così lo sfogo sui social della dottoressa Marianna Rodolico, in forze al Pronto soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia, che con un post torna sulla vicenda che l’ha vista protagonista alla fine di agosto. I fatti riguardano una pesante lite tra il medico e il personale infermieristico, in seguito alla decisione – come spiega lei stessa – di «trasferire alcuni pazienti dal corridoio in stanze di degenza, per alleviare il sovraffollamento». Una decisione – continua nel suo post – motivata dalla «volontà di migliorare le condizioni dei pazienti e del lavoro del personale» che però «è stata contestata da un infermiere che ha sollevato obiezioni al riguardo, portando all’arrivo del caposala».

Il confronto tra i professionisti ha poi assunto toni accesi, che la dottoressa ha percepito come «minacciosi», tanto da spingerla a chiamare le forze dell’ordine. L’episodio ha scosso il personale e i pazienti presenti, evidenziando tensioni interne e un malessere generale tra i membri dello staff. Mentre l’Asp sta valutando possibili provvedimenti, anche sulla base delle testimonianze raccolte dai carabinieri appena accaduto il fatto, è la stessa dottoressa Rodolico ora a esporre il proprio pensiero sulla vicenda, esprimendo il proprio «sconforto e delusione per le recenti accuse e l’aggressione subita». Nel suo lungo sfogo social, denuncia «un ambiente lavorativo ostile e resistenza al cambiamento, che alimentano il malcontento tra gli utenti».

Sottolinea il suo «impegno a garantire cure a tutti i pazienti, non per favoritismi», e lamenta di essere stata «ingiustamente accusata di clientelismo e di minacce». Difendendo la sua posizione, sottolinea, di aver cercato anche in quella circostanza «di migliorare la situazione dei pazienti», ma di aver ricevuto – rimarca – «sostegno negativo dal personale», che ha «condannato» il suo operato e l’ha «denigrata». Riflettendo sul suo lungo servizio di 25 anni «in un contesto difficile e stressante», afferma che «nonostante la carenza di personale e il malcontento», continuerà a «rimanere fedele ai suoi principi professionali». Tuttavia, dopo essere stata «vista come una minaccia per il reparto», afferma di «valutare ora la possibilità di chiedere un trasferimento, ritenendo impossibile lavorare in un ambiente così ostile».

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