Città attiva non molla, ricorso al Tar contro i tagli alla sanità vibonese: «Ora le Istituzioni ci sostengano in giudizio»
Nel corso del nuovo sit-in dinanzi all’ospedale Jazzolino come ogni ultimo week end del mese, il sodalizio fa il punto della battaglia che porta avanti da un anno e mezzo: «Qui la Sanità è paragonabile a quelle di uno scenario di guerra»
Non mollano. E anche oggi, come avviene ogni mese da quasi un anno e mezzo, i cittadini, le associazioni e i movimenti coordinati dall’Osservatorio civico Città attiva hanno manifestato davanti all’ospedale Jazzolino di Vibo per chiedere ciò che ripetono fino allo sfinimento da mesi e mesi: una sanità all’altezza delle aspettative, capace di garantire quei servizi essenziali che ancora, nel Vibonese, sono negati.
«La Sanità è un indicatore di sviluppo sociale ed economico perché riflette la qualità della vita, riflette il benessere della popolazione ma anche l’efficacia delle politiche pubbliche», spiegano dal presidio.
«Non siamo quelli del “chi la dura la vince”, anche perché noi non abbiamo ingaggiato battaglie con nessuno – spiega Vincenzo Neri -. Il nostro obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica affinché la sanità non resti una chimera. Le criticità espresse dalla sanità vibonese, ma nel complesso da quella calabrese in generale, sono paragonabili a quelle stesse criticità che si riscontrano in contesti di guerra».
A tirare le somme di quasi un anno e mezzo di lavoro, c’è Francesca Guzzo, coordinatrice del sodalizio insieme a un altro avvocato, Daniela Primerano.
«Non è stato facile – premette Guzzo – ma era prevedibile. Non abbiamo l’ambizione di riuscire a risolvere gli enormi problemi che ci sono, ma vogliamo essere un costante pungolo per chi ha il dovere d’intervenire. In quest’anno e mezzo ci siamo impegnati tanto, abbiamo cercato di mantenere alta l’attenzione e ci siamo riusciti. Non ci siamo tirati mai indietro: anche a Natale, a Pasqua e in pieno agosto eravamo qui. Crediamo in quello che stiamo facendo, e per farlo togliamo tempo alle nostre famiglie, però riteniamo che questo impegno sia un investimento anche per il loro futuro e per noi stessi. Vorremmo che questo tipo di considerazione venisse fatta da tutti, perché è importante che la gente si renda conto di quanto sia fondamentale non chinare la testa e non girarsi dall’altro lato quando ti vengono negati determinati diritti fondamentali».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’altra coordinatrice, Daniela Primerano: «Questo territorio è stato abbandonato per decenni e i risultati si vedono purtroppo. Da parte nostra non molleremo. Il primo sit-in risale a marzo 2023. Oggi è il 27 luglio 2024 e siamo ancora qui». Tra le iniziative realizzate dall’Osservatorio in collaborazione con altre associazioni come Insieme per il bene comune e La Risposta, c’è la recente istituzione dello sportello “SOS lista d’attesa”, attivato di concerto con l’Asp, che offre un supporto concreto ai cittadini per affrontare in maniera efficace le liste d’attesa per visite mediche ed esami diagnostici.
«Oggi di questo sportello se ne sente parlare in tutta Italia – sottolinea con orgoglio Primerano – perché le liste d’attesa rappresentano un problema in tutto il Paese. Ma qui a Vibo, stavolta, c’è qualcosa che altrove non c’è: uno sportello a cui i pazienti possono rivolgersi, attivo ogni mercoledì dalle 16 alle 18 al poliambulatorio di Moderata Durant, con noi volontari che prestiamo assistenza a chi ci chiede aiuto per attivare il percorso di tutela che impone precisi limiti di tempo nell’erogazione di alcune prestazioni mediche. Ebbene, negli ultimi giorni molti cittadini che si sono rivolti a noi sono stati contattati per fissare entro ottobre gli esami che chiedevano di effettuare. Un vero e proprio miracolo». Risultati raggiunti grazie alla collaborazione dell’Asp con cui, sottolineano più volte i volontari di Città attiva, c’è un ottimo e proficuo dialogo.
Una battaglia, quella dell’Osservatorio civico, che viene condotta anche nelle aule di giustizia. Come dimostra il recente ricorso al Tar promosso contro il Dca del 10 maggio scorso che ha tagliato 10 milioni di euro alla sanità vibonese. A firmare il ricorso, è stato l’avvocato Iconio Massara, coadiuvato dalle colleghe Guzzo e Primerano: «Quel decreto del Commissario ad acta è stato l’elemento scatenante della nostra ribellione sociale. Già il precedente Dca che distribuiva le risorse su base regionale era assolutamente sottodimensionato di almeno il 40% rispetto alla popolazione residente e ai bisogni della collettività, come certificato dall’Asp. Allora abbiamo deciso di impugnare dinanzi al Tar entrambi i decreti del commissario ad acta e presidente della Regione».
Un’iniziativa che secondo Massara avrebbero dovuto adottare le istituzioni del territorio, alle quali «ci siamo sostituiti, assumendo anche il rischio potenziale di una soccombenza». Poi l’appello alla politica, che suona un po’ come “non è mai troppo tardi”: «Abbiamo assoluto bisogno di essere sostenuti in questo percorso dalle Istituzioni, magari anche attraverso un intervento formale all’interno del ricorso, per dimostrare che la nostra non è una battaglia isolata. Abbiamo voluto essere gli apripista di un’azione che però ora deve coinvolgere tutti e deve coincidere con una presa di coscienza collettiva senza colori politici».