Autonomia differenziata? Alla sanità vibonese è stata già applicata tagliando i fondi regionali a vantaggio di chi ha di più
Il cardiologo Soccorso Capomolla offre un’analisi della recente ripartizione delle risorse tra le 5 province calabresi alla luce del rapporto Gimbe sui Lea e delle raccomandazioni ministeriali: «I vibonesi trattati come i figli di un dio minore»
di Soccorso Capomolla*
Nel 2022 il punteggio totale degli adempimenti della Calabria nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale eroga gratuitamente o tramite il pagamento di un ticket, è di 135,25 posizionandosi ultima tra le regioni e le province autonome. Lo riferisce la fondazione Gimbe.
Secondo l’analisi di Gimbe, la Calabria è risultata inadempiente secondo il Nuovo sistema di garanzia, con un punteggio insufficiente in due delle tre aree monitorate (prevenzione collettiva e assistenza distrettuale).
In questi giorni registriamo un vivace dibattito circa la ripartizione del fondo sanitario regionale alle ASP con coinvolgimento di diverse autorevoli figure politiche; crediamo, tuttavia, con il rispetto di ogni posizione politica, sia importante per tutti avere elementi di oggettività che consentano una scelta responsabile delle successive determinazioni finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo: adempimento LEA.
Raccogliamo prontamente l’invito e procediamo, per onestà intellettuale in modo spedito a spiegare punto per punto i termini della questione sollevati nel confronto politico sul riparto del Fondo sanitario Regionale:
Punto 1: il taglio sull’ASP di Vibo c’è stato: il fondo provvisorio prevedeva 298.169.530,70 (DCA 217 del 3/8/2023) con il DCA 92 sono state attribuiti 287.909.563,26, cioè un taglio di -10.259.967,44.
Punto 2: la produzione aziendale (degli ospedali) nel DCA è finanziata per funzione e non è comprensiva nella quota capitaria.
Punto 3: è vero, purtroppo, che il nostro territorio ha subito una forte mobilità passiva condizionata anche da una politica sanitaria che ha penalizzato l’offerta. Con riferimento al riparto, è importante, però, sottolineare, come questa sia già compresa nel fondo attribuito, in particolare nel vibonese la mobilità intraregionale ed extraregionale, nel 2023, pesa per 60.343.983,86; tale somma viene decurtata dal fondo attribuito e non aggiunta al fondo attribuito, per cui nelle tasche dell’ASP, alla fine, non arriveranno 288 milioni ma 228 milioni; la matematica non è un’opinione! L’onesta intellettuale ci porta a dire che il taglio, purtroppo, c’è stato, e pure brutale.
Punto 4: per quanto attiene l’assegnazione provvisoria di 4,6 milioni, ampiamente pubblicizzata, per onestà intellettuale, tali fondi non sono fondi ordinari, bensì sono fondi PNRR; in particolare risorse per l’investimento PNRR/M6 C1/1.2 per la telemedicina e C1/1.2.1 per l‘assistenza domiciliare; fondi che sono stati distribuiti anche, e in gran misura, alle altre province. Il loro Utilizzo sarà declinato dal piano operativo formalizzato con il DCA 140/2023 appena pubblicato in questi giorni e non potrà essere utilizzato per l’erogazione di altre prestazioni.
Punto 5: Per quanto attiene la Gestione Sanitaria Accentrata (Gsa), si tratta di un centro di responsabilità, che gestisce direttamente una quota del finanziamento del servizio sanitario regionale, e procede all’implementazione e alla tenuta di una contabilità di tipo economico-patrimoniale; non sono fondi PNRR, tant’ è che questa anomala, superficiale, infondata, discrepante e artefatta attribuzione del fondo indistinto e finalizzato, è tanto grave e immotivata, in quanto avviene in costanza di una ridondanza di risorse economiche (residuano in GSA, al 31/12/2023, 346,942 mln di euro) e contro l’indicazione dei Ministeri presenti al tavolo interministeriale per il controllo del piano di rientro ( verbale del 22.01.2024) , che ha esortato la struttura commissariale a spendere le risorse per l’implementazione dei LEA carenti: “Residuano in GSA, al 31/12/2023, 346,942 mln di euro, si chiedono aggiornamenti sui relativi utilizzi e trasferimenti agli enti del SSR; Si richiama il Commissario ad acta al corretto e completo utilizzo delle risorse a disposizione per l’erogazione delle prestazioni assistenziali. Si ricorda la legislazione speciale per la Regione Calabria di cui al decreto-legge n. 150/2020, come prorogato dall’articolo 2 del decreto-legge n. 169/2022, e al decreto-legge n. 146/2020 (articolo 16 septies), nonché il decreto-legge n. 51/2023, si chiedono aggiornamenti sui relativi utilizzi e trasferimenti agli enti del SSR)”.
Per quanto sopra, i Fondi PNNR richiedono monitoraggio della realizzazione dei progetti, concessione ad avanzamento lavori e sintesi riepilogativa da parte della regia del consiglio dei Ministri; bel altra cosa sono i fondi, derivanti dai decreti sopraindicati, che hanno la finalità di colmare il gap in termini di LEA su territorio; ma anche in quest’ultimo caso, persevera il maldestro comportamento – sanzionato dalla corte dei Conti – ad usare risorse già stanziate in bilancio per nuovi LEA core, come mezzi di copertura di deficit di bilancio- vedasi il DCA 112 del 30/05/2024 . Raccogliamo l’invito a stare sereni, ma c’è poco da stare sereni, visto che, la ripartizione del fondo sanitario, in piccolo, attua l’autonomia differenziata.
Studiando bene questo grafico, Il territorio vibonese, che presenta la minore offerta di posti letto (LEPS) territoriali, subisce il maggiore taglio; di contro Crotone, che ha la maggiore offerta (migliori LEPS), ha il
maggior incremento del fondo; di converso, in termini di LEA, su Vibo, che presenta minori Prestazioni territoriali, viene eseguito il maggiore taglio, mentre a Crotone, che ha la più alta offerta di Prestazioni territoriali, viene attribuito il maggior incremento del fondo: esempio concreto di autonomia differenziata: chi ha più, avrà di più; chi ha meno, avrà di meno.
C’è poco da star sereni! Né tanto meno vale il principio della banale strumentalizzazione politica; c’è solo il bisogno di analisi e conseguenti atti di politica sanitaria, che informino la distribuzione del fondo.
Purtroppo l’analisi è impietosa per come e quanto questo territorio sia stato maltrattato in termini di offerta sanitaria e di risorse dedicate.
Qui si tratta, non già di difendere campanilismi o bandiere, né tanto meno favori personali; qui si avverte la necessità di tutelare il diritto di accesso alle cure, inibito su tale territorio; i cittadini hanno la necessità di essere correttamente informati e rappresentati; basta veline patinate; si avverte l’urgente bisogno di garantire servizi sanitari, continuità assistenziale, e il diritto di cura nel proprio territorio. Solo una appropriata, preventiva e finalizzata allocazione di risorse puo’ consentire l’intercettazione dei Lea; altrimenti prossimo anno, saremo ancora qui a constatare che ancora una volta la Calabria sarà fanalino di coda.
Assistiamo a logiche di politica sanitaria schizofreniche; Il piano di rientro trova motivo d’essere per due obiettivi: 1)equilibrio economico, 2)soddisfacimento dei LEA; il primo è stato raggiunto; c’e’ la necessità di intercettare il secondo; ed allora si potenziano pronti soccorso, si aprono nuovi reparti, si potenzia l’area dell’attività ospedaliera dove già la Calabria è adempiente, mentre si tralascia l’area distrettuale dove ancora siamo inadempienti; cosi facendo si preserva il Piano di rientro. Si definisce la rete ospedaliera dell’area Centro.
Il Vibonese diventa, spoke di un’area hub Dulbecco e di questo siamo fermamente convinti perché c’è maggiore offerta, maggiore tecnologia, maggiore expertise, maggiore casistica minore rischio clinico; ma ci spetteremmo che la continuità assistenziale possa permettere al paziente il rientro sul proprio territorio; invece no; uscito dall’acuzie e dalla fase di instabilità clinica, inizia la viatica della ricerca di un posto in riabilitazione a Catanzaro, a Cirò, a Crotone, a Cosenza come figli di un Dio Minore. Tutto ciò, diventa ancor più stridente perché le aziende del territorio vibonese, come anche i singoli cittadini, concorrono a sostenere con l’incremento delle addizionali IRAP ed IRPEF i costi del piano di rientro. Siamo sicuri che un solo euro non andrà perduto; ma non siamo altrettanto sicuri per quale calabrese sarà speso per garantire l’equità all’acceso delle cure e l’adempimento dei LEA.
*cardiologo e dirigente medico