Ospedale Serra San Bruno, il Comitato: «Battaglia (quasi) vinta, ora attendiamo la modifica del decreto»
Si attende la modifica dell’ultimo dca sul riordino della rete ospedaliera in Calabria. Il sodalizio mantiene un cauto ottimismo: «Rassicurazioni nell’ultima lettera intercorsa tra la struttura commissariale e l’Asp di Vibo. Un grande risultato per la comunità»
«È un grande risultato per l’ospedale di Serra San Bruno ma anche per la comunità e per chi non ha mai smesso di lottare a difesa di un diritto alla salute che rischiava di essere calpestato. Attendiamo l’ufficialità e nel frattempo ringraziamo il commissario dell’Asp di Vibo, Antonio Battistini che mai come nessuno finora ha sostenuto la nostra battaglia a difesa della sanità locale». Sono parole cariche di orgoglio quelle pronunciate dal Comitato San Bruno rappresentato dal presidente Rocco La Rizza e dal segretario Biagio Figliucci. Nelle scorse ore, infatti, il sodalizio ha avuto conferma delle modifiche in corso– nell’ambito del decreto numero 78 del 26 marzo 2024 sul riordino della rete ospedaliera in Calabria – che consentono al nosocomio serrese di tirare un respiro di sollievo. In particolare, con la costruzione del nuovo ospedale a Vibo Valentia, il “San Bruno”, presidio ospedaliero di montagna, non subirà ulteriori declassamenti né per quanto riguarda i posti letto per acuti né per quanto concerne le funzionalità del Pronto soccorso.
La lettera dei commissari all’Asp di Vibo
Una conferma contenuta in una missiva che la struttura commissariale, rappresentata da i sub commissari Iole Fantozzi ed Ernesto Esposito e dal commissario nonché governatore della Regione, Roberto Occhiuto, ha nei giorni scorsi indirizzato all’Asp di Vibo Valentia guidata dal generale Antonio Battistini. Una comunicazione che il Comitato ha reso pubblica anche attraverso i propri canali social.
«Si premette – si legge nella lettera intercorsa tra le due parti – che si sta già lavorando alla revisione dell’ultimo decreto (numero 78 del 2024) relativo alla riorganizzazione della rete ospedaliera regionale in quanto sarà necessario recepire le prescrizioni dettate dal Tavolo ministeriale del dm 70 nella riunione dell’11 aprile scorso». In sede di revisione «saranno debitamente considerate – scrive la struttura commissariale al generale Battistini – le preoccupazioni dal lei espresse in merito al futuro dell’ospedale di Serra San Bruno ristabilendo le precedenti previsioni del decreto numero 64 del 5 luglio 2016 per tutti i presidi ospedalieri spoke ricadenti nelle aree di riferimento dei tre nuovi ospedali programmati (Palmi, Sibaritide, Vibo Valentia)».
Dalla tabella riportata nell’atto, in base alle previsioni, per Vibo si riservano 163 posti per acuti, a Tropea 58 posti per acuti e a Serra San Bruno 25 posti per acuti e 40 per post acuti. Si tiene in considerazione un dato di non poco conto: i comuni dell’Asl di Vibo registrano una popolazione di 167mila abitanti e il “San Bruno” rientra nelle categorie di ospedali di zona disagiata. «Si riconoscerà così – aggiungono i commissari- il ruolo essenziale che i singoli presidi ospedalieri svolgono nella rete ospedaliera calabrese evidenziando la loro importanza come punto di riferimento per diverse specialità mediche e la loro capacità di fornire un contributo essenziale al benessere della comunità».
La cauta soddisfazione del Comitato
In attesa che le modifiche vengano riportate nere su bianco, il Comitato non nasconde la soddisfazione dopo lunghi mesi di lotta, ricorsi al Tar, appelli: «L’Ospedale di Serra San Bruno resterà la nostra priorità anche in futuro. Vigileremo affinché siano messe in atto tutte quelle azioni volte a implementare i servizi e il personale lì operante. Ottenuto questo risultato, ci auguriamo che la nostra comunità e l’intero comprensorio montano, possano beneficiare di un ospedale a loro vicino, che per decenni è stato un punto di riferimento per il diritto alla salute degli abitanti delle Serre. Pensiamo al pronto soccorso: oggi registra circa 6mila accessi. Con i decreti (speriamo definitivamente superati) però si prevedeva un Punto di primo intervento. Tradotto, veniva prospettata una apertura in determinati orari della giornata. In caso di emergenza, il paziente avrebbe dovuto subire un trasferimento presso altra struttura (Vibo). Tutto questo in un contesto territoriale caratterizzato da una viabilità tutt’altro che eccellente con lunghi tempi di percorrenza. Basti pensare che dalle frazioni di Nardodipace per raggiungere Vibo, un’auto impiega oltre un’ora e mezza. Ora le rassicurazioni giunte anche dall’Asp ci fanno ben sperare grazie anche al lavoro del commissario Battistini, professionista attento alle esigenze del comprensorio e soprattutto disponibile al dialogo. Alle rassicurazioni devono però seguire i fatti e noi – chiosano – continueremo a vigilare».
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