Ospedale San Bruno, “Serra al centro”: «Aspettiamo di vedere i fatti»
La possibilità di evitare ulteriori smantellamenti del nosocomio accolta con cauta soddisfazione dal gruppo che aggiunge: «Incertezze anche in merito alle tempistiche per la costruzione dei nuovi ospedali»
«L’apertura a modifiche rispetto all’ultimo dca attraverso l’inserimento di una clausola che preveda il mantenimento dell’ospedale ‘San Bruno’ anche dopo la realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia può costituire un momento di partenza al quale si è giunti dopo le riflessioni e le proteste di gruppi locali, come il nostro, che hanno evidenziato la necessità di garantire il diritto alla salute per le comunità dell’entroterra, ma occorre che alle parole seguano i fatti concreti». Il movimento “Serra al centro”, tramite l’intervento di Bruno Iovine e Giuseppe Zangari, mostra cauta soddisfazione per le recenti evoluzioni, ma invita tutti ad insistere per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Emerge però una certa dose di diffidenza perché «la notizia è arrivata in un momento particolare, vale a dire la fase elettorale, e ciò lascia spazio a perplessità».
«Non vorremmo – sostengono gli esponenti del movimento – che si trattasse di una trovata elettorale, pronta a svanire nei prossimi mesi. Inoltre, non capiamo – aggiungono – perché non venga scritto in maniera chiara ed inequivocabile, senza possibili dubbi interpretativi, perché gli ospedali di zona disagiata debbano continuare a svolgere le loro funzioni in quanto indispensabili per la popolazione». «Non vi sono certezze – rilevano poi i rappresentanti del movimento – sulla tempistica di realizzazione dei nuovi ospedali: se ne parla da anni, anzi da decenni, ma non si intravede la fine del tunnel. Ci chiediamo se l’ipotetica clausola che dovrebbe adottare il commissario e presidente Occhiuto possa essere in qualche maniera legata a quest’ultimo fattore». Infine, “Serra al centro” promette di «continuare a condurre con convinzione la battaglia a difesa dell’ospedale, che rappresenta anche l’essenziale speranza di permanenza in questa terra».
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