Ospedale San Bruno, Serra al centro: «Nuovo dca Occhiuto? Penalizzate aree disagiate»
Il movimento sollecita politica e comunità al fine di «muoversi in maniera decisa e compatta nell’interesse dei cittadini per pretendere il rispetto del fondamentale diritto alla tutela della salute»
«La firma di un nuovo decreto da parte del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, nella qualità di commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario calabrese, formalmente per recepire alcune indicazioni del Ministero della Salute in relazione agli standard fissati dal dm 70/2015 in relazione al Piano di Riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione, già approvato nello scorso mese di luglio, costituisce un nuovo colpo per le speranze delle comunità dell’entroterra vibonese che mai si arrenderanno all’idea di rinunciare all’indispensabile baluardo a difesa della salute rappresentato dall’ospedale ‘San Bruno’». Lo scrive il gruppo “Serra al Centro”, tramite un intervento a firma di Salvatore Censore e Gregorio De Caria. Il movimento guarda con preoccupazione al dca 69 siglato da Occhiuto e stimola tutti gli attori locali a reagire di fronte all’ipotesi di nuove privazioni. «Nella sostanza – spiega il movimento politico – con il nuovo atto che viene denominato ‘Modifica e integrazione dca n. 64/2016 – Nuovo documento di Riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti’ e che va a sovrapporsi al dca 198/2023, sostituendolo, si cerca di vincere le resistenze locali imponendo un modello che penalizza le aree disagiate e più esposte a rischi per la salute. Secondo queste previsioni, gli ospedali di montagna perderanno le caratteristiche stesse degli ospedali e diventando qualcosa di diverso. È un’idea che si sentiamo di combattere con forza e determinazione».
Ribadita la propria posizione, “Serra al Centro” mette in guardia chi dovrebbe battersi per tutelare la popolazione: «A tempo debito avevamo invitato la politica a mettersi a capo di un movimento di protesta e di proposta capace di incidere significativamente sul livello decisionale. Purtroppo, ciò non è avvenuto e oggi la situazione è ancor più complicata. Ci sentiamo di rinnovare il nostro invito chiedendo un sistema di azioni coordinato, attento e vigile, soprattutto attivo nel rivendicare i diritti delle comunità delle Serre». Alla base di questo avvertimento, c’è una convinzione chiara: «Con tutta evidenza, questa lotta è difficile, ma sappiamo anche che la politica può tradurre in concretezza la volontà. È il caso dell’ospedale di Cetraro, che è stato ripreso e rinvigorito e dove ora si prevede anche di attivare un Punto nascite. Perché a Cetraro si va in una direzione ed a Serra San Bruno in quella opposta?». Dunque, “Serra al Centro” chiede di «muoversi in maniera decisa e compatta nell’interesse dei cittadini per pretendere il rispetto del fondamentale diritto alla tutela della salute».
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