Vibo, il Comitato San Bruno incontra il prefetto: focus sul futuro della sanità nelle zone montane
Il sodalizio ha illustrato l’importanza di implementare i servizi offerti dall’ospedale di Serra, punto di riferimento anche per i paesi limitrofi, ed arrestare la progressiva spoliazione della sanità territoriale
L’ospedale di Serra San Bruno e l’accesso ai servizi nelle aree interne del Vibonese sono stati al centro del confronto tra il Comitato “San Bruno” e il prefetto di Vibo Valentia, Paolo Giovanni Grieco. In particolare, i membri del sodalizio hanno avuto modo di esporre alla massima autorità di governo, come spiegano gli stessi, «la drammatica condizione in cui versa il presidio ospedaliero di Serra San Bruno». Sono state illustrate le problematiche del nosocomio che, nel corso degli anni è stato oggetto di continue spoliazioni, partendo dalla posizione geografica strategica occupata che lo rende un punto di riferimento non solo per la città della Certosa ma anche per i paesi limitrofi. A ciò si aggiungono le condizioni delle strade, in alcuni tratti al limite della sicurezza nonché le notevoli distanze tra le varie località montane, che non consentono – in situazioni di emergenza – veloci collegamenti con Vibo Valentia e il nosocomio “Jazzolino”. Il confronto è stato utile per evidenziare la carenza dei servizi cui quotidianamente i pazienti devono far fronte: «Possiamo contare solo su un’ambulanza ma spesso – hanno evidenziato- il mezzo è impegnato in trasferimenti per consulenze in altri presidi». Gli attivisti hanno inoltre spiegato al prefetto i motivi del ricorso al Tar per quanto concerne il decreto del commissario ad acta, numero 198. Il Comitato ha infatti deciso di impugnare, insieme al Comune di Nardodipace, il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione che prevede anche il declassamento dell’ospedale di Tropea a “casa di comunità”. La sentenza è attesa per febbraio.
Il sodalizio non ha nascosto la preoccupazione per il futuro della sanità nelle aree montane a seguito del dca: «L’intenzione, come si legge nello stesso atto – hanno dichiarato gli attivisti- è quello di ultimare il nuovo ospedale di Vibo e convogliare lì tutti i posti per acuti. Di conseguenza – hanno aggiunto- il nostro presidio di zona disagiata di Serra verrà trasformato in una struttura territoriale perdendo di fatto tutti i servizi ospedalieri». Una decisione che, secondo i pronostici del Comitato, non farebbe che isolare ulteriormente le comunità montane che invece spingono per una crescita sociale ed economica anche sul fronte turistico. In più, sempre in merito al Decreto, il sodalizio ha esternato la delusione per un mancato confronto con il governatore Occhiuto. Il prefetto, al termine dell’incontro, ha rassicurato i componenti del comitato, rappresentando la necessità di una sana collaborazione tra le istituzioni e, in particolare, un primo confronto con i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale e a seguire con tutti i sindaci del territorio e i vertici della sanità regionale. L’incontro, hanno infine chiosato i membri del sodalizio, ha consentito ancora una volta di toccare con mano la disponibilità del prefetto: «Da parte nostra- hanno chiosato- continueremo a mantenere alta l’attenzione e vigileremo sulla questione sanitaria locale».
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