Ospedale Pizzo, il comitato: «Casa comunità? Occasione persa, attendiamo potenziamento servizi»
Da un lato la delusione per la mancata destinazione d’uso, dall’altro l’esigenza di valorizzare nella sua interezza l’ex nosocomio. Il referente De Caria: «Ci auguriamo che davvero nella struttura vengano destinati ulteriori ambulatori specialistici per potenziare l'offerta territoriale»
«Il nostro scopo è sempre stato quello di accendere i riflettori sull’ex ospedale di Pizzo, puntare ad un ampliamento dei servizi, alla completa fruizione dei locali. Casa comunità? Centrale operativa territoriale? Non è tanto la denominazione, che a prescindere porta con sé riscontri differenti, quanto quello che poi fattivamente verrà offerto e garantito». Parla senza giri di parole Giuseppe De Caria, referente del comitato di “salute pubblica” che ripercorre la lotta del gruppo volontario di cittadini a tutela del presidio sanitario locale. Una battaglia iniziata mesi addietro, più precisamente nel marzo 2023. Il comitato nacque come risposta al progressivo depauperamento dei servizi sanitari nel territorio vibonese e calabrese. E non solo. I cittadini ritennero necessario manifestare dissenso nei confronti della mancata assegnazione alla città napitina della “casa comunità”: «Per noi, la scelta della Regione e del commissario nonché governatore Roberto Occhiuto, era ingiusta e non rispondeva alle esigenze del territorio. Un comprensorio – sottolinea De Caria – a forte vocazione turistica che nel periodo estivo moltiplica e moltiplica le sue presenze e anche, inevitabilmente, le richieste di assistenza, interventi sanitari e anche d’urgenza».
Casa comunità, il dietrofront
La vicenda di Casa comunità si è sbloccata, con esito negativo, nelle scorse ore a seguito di un confronto tra il commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Antonio Battistini e successiva comunicazione scritta che cristallizza il futuro della struttura Santa Maria del Carmine. Nel documento, inviato anche al sindaco Sergio Pititto, si legge: «Nell’ex ospedale di Pizzo, via Nazionale, è prevista la realizzazione di una Centrale operativa territoriale che occuperà parte della struttura. Per la restante parte, dopo gli opportuni e necessari interventi di manutenzione, la struttura ospiterà oltre i servizi già contenuti, altri ambulatori specialistici per potenziare l’offerta territoriale». Un risultato che non soddisfa pienamente il comitato: «Certo, se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, possiamo dire che finalmente – dopo mesi di richieste- abbiamo compreso il destino dell’ex nosocomio. Viene anche rimarcata l’intenzione di aumentare i servizi: è una piccola vittoria. Dall’altro canto, però, la Casa comunità avrebbe portato vantaggi – sempre in termini di assistenza e prestazioni sanitarie – di non poco conto sia per Pizzo che per i paesi limitrofi. È certamente un’occasione mancata».
Ex ospedale di Pizzo, le tappe della vicenda
In particolare De Caria e i membri del sodalizio avevano fatto affidamento su una precedente lettera del predecessore del commissario Battistini, ovvero il commissario Giuseppe Giuliano. Il dialogo e il tema della casa comunità erano stati avviati in primavera appunto con Giuliano che, dopo una serie di incontri con il comitato, aveva vergato una missiva indirizzata alla Regione nella quale, nero su bianco, si sosteneva la fattibilità del progetto Casa comunità a Pizzo e si chiedeva all’ente, si legge nell’atto dell’ex responsabile dell’Azienda sanitaria di Vibo «una valutazione per eventuale finanziamento oppure autorizzazione a procedere con fondi propri». Trascorsa l’estate, il sodalizio non aveva ricevuto alcun riscontro in merito alla situazione dell’ex ospedale: da qui l’incontro con il commissario Battistini datato 19 settembre 2023: «In tale sede avevamo concordato un successivo appuntamento per chiudere il cerchio. Ci aspettavamo un cronoprogramma, un progetto più dettagliato. I cittadini chiedevano giustamente risposte dopo settimane e settimane di stallo».
Trascorsi due mesi, nessuna novità fino al faccia a faccia del 28 novembre: «Il confronto è stato caratterizzato da toni anche accesi, come comitato abbiamo lasciato amareggiati i locali Asp. Poi, nel pomeriggio, ci è giunta la definitiva risposta sulla destinazione d’uso del Santa Maria del Carmine. Da parte nostra -assicura De Caria – nel rispetto dei ruoli e delle funzioni di ciascun ente/istituzione continueremo a vigilare sull’ex ospedale, sollecitando gli interventi previsti e la piena fruibilità di una struttura che attende da anni una svolta. Basti pensare che alcune aree non vengono utilizzate da anni e necessitano di ordinaria manutenzione. Il dialogo non mancherà mai così come la nostra collaborazione alla risoluzione delle problematiche che attanagliano il territorio. Il tutto per portare a soluzioni a beneficio della nostra comunità». Per l’esponente del comitato, Pizzo ha tutte le carte in regola per una seria implementazione dei servizi sanitari. Un’esigenza resa necessaria anche alla luce di episodi avvenuti durante l’estate: «Uno su tutti, ricorda De Caria, i tempi biblici per l’arrivo di una ambulanza a soccorso di un ragazzo rimasto ferito in un incidente. 40 minuti di attesa. Ecco – chiosa- questa è la sanità che non vogliamo».
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