“Città attiva”: «Dall’elisoccorso ai posti letto allo Jazzolino, Vibo non viene considerata»
Il portavoce Neri: «Piano di dimensionamento? Scelte inaccettabili, attendiamo il riscontro del Tar». Intanto la città si svuota: «Cittadini sempre più sfiduciati e interi nuclei familiari costretti a lasciare la propria terra per trovare stabilità lavorativa al Nord»
«Sui temi della sanità, i cittadini sono sfiduciati. Ma non solo. Tendono a bypassare il servizio a portata di mano poiché convinti che il pubblico non funzioni. E si sceglie il privato». Non usa giri di parole Vincenzo Neri. Il portavoce di Osservatorio civico Vibo “Città attiva”, sodalizio coordinato da Daniela Primerano e Francesca Guzzo, analizza il “sentimento” della comunità locale, sempre più diffidente nei confronti dei servizi offerti dal territorio: «Tante persone – spiega Neri – non sanno che è possibile ottenere screening diagnostici gratuiti con una semplice telefonata. Tant’è che in una recente giornata di sensibilizzazione andata in scena al Parco di via Moderata Durant su iniziativa di “Vibo in rosa”, abbiamo preso contezza di un dato certo. Ovvero, la gente ha difficoltà ad accedere ai servizi anche per una questione di disinformazione». A farne le spese sono soprattutto i pazienti più anziani, completamente spaesati: «Eppure -rimarca Neri- anche le piattaforme social potrebbero essere utilizzate dalle istituzioni sanitarie per veicolare notizie relative ai servizi attivi sul territorio che, sia chiaro, non sono tantissimi ma ci sono».
Il piano di ridimensionamento della sanità locale
Sul piano di dimensionamento regionale della sanità, il giudizio è negativo: «È inaccettabile. È contrario alle leggi esistenti che prevedono livelli essenziali di assistenza. Facciamo l’esempio di Vibo – evidenzia il portavoce di Città attiva – non si raggiunge il minimo previsto per quanto concerne i posti letto che, in base alle norme dello Stato, dovrebbero porsi in un rapporto di 3 posti letto ogni mille abitanti. Questo allo “Jazzolino” non viene garantito. Vogliamo poi parlare di una piattaforma per l’elisoccorso? La nostra città non viene neanche considerata. Completamente tagliati fuori. Nel piano – fa rilevare poi Neri- si rileva discrasia tra la nostra e le altre province della Calabria. Siamo sempre gli ultimi, il fanalino di coda». Proprio sul dimensionamento, il prossimo 30 novembre, l’associazione terrà un sit-in alla Cittadella regionale: «Ci auguriamo che il governatore Occhiuto ascolti le nostre istanze, che rappresentano richieste provenienti da territori svantaggiati». In più, insieme ad una rete di associazioni, sui contenuti del Piano, è stato proposto ricorso al Tar.
Vibo, città svuotata
In materia di lavoro, tessuto economico-sociale, non va meglio: «C’è molta rassegnazione. Stiamo avendo contezza diretta di interi nuclei familiari che si spostano al Nord in cerca di una occupazione solida che questa terra ancora oggi non riesce a garantire. Come avveniva nell’immediato dopoguerra che, al di là di quanto raccontano i più “nostalgici”, la nostra Vibo ha vissuto periodi di grande povertà e fame. Oggi come allora, le famiglie emigrano lasciando questi territori ancora più vuoti». La soluzione? Non di certo l’apatica arrendevolezza: «I cittadini – chiosa Neri- devono prendere coscienza che bisogna operare una rivoluzione differente, le masse si devono ribellare. Qui continuiamo ad affannarci a dire che “non ci sarà futuro” quando in realtà si sta sgretolando il presente».
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