mercoledì,Novembre 27 2024

Niente trasporto in ospedale, l’appello di un dializzato di Ricadi: «Abbandonato dalle istituzioni»

Il finanziere in pensione alle prese con la sospensione del servizio che gli garantiva l’accesso all’ospedale di Tropea per i trattamenti

Niente trasporto in ospedale, l’appello di un dializzato di Ricadi: «Abbandonato dalle istituzioni»

Continuano i disagi per i dializzati residenti nel Vibonese. a causa della nuova convenzione stipulata dall’Azienda sanitaria di Vibo Valentia con la Croce rossa. Le criticità erano state evidenziate già giorni addietro da alcuni pazienti. Oggi, quindi, un nuovo appello proveniente da Ricadi, più precisamente dalla frazione Brivadi. A scrivere è Gesù Giuliano Salvatore, 87 anni, paziente dializzato: «Mia moglie – spiega – è morta e ho perso anche un figlio, di soli 45 anni, a causa di una grave forma di tumore. Vivo con mia figlia, la sola che mi è rimasta. Per 37 anni ho servito lo Stato, militando nella Guardia di finanza. Oggi però lo Stato mi ha abbandonato e non si preoccupa delle immani difficoltà che incontro per essere sottoposto a trattamento di emodialisi». Il signor Salvatore entra nel dettaglio della problematica: «Dallo scorso mese di agosto, l’Asp di Vibo Valentia ha disposto che i mezzi della Croce rossa italiana non devono più venire a prendermi per portarmi a fare dialisi presso il nosocomio di Tropea. Per poter continuare a fruire del servizio di trasporto, pare che debba essere affetto da malattie ancor più gravi». L’amarezza è tanta: «Oltre all’insufficienza renale grave e cronica, soffro di demenza allo stadio iniziale e dimentico molto facilmente le cose, sono incontinente e talvolta devo utilizzare un catetere e in più non cammino più, mi muovo con la sedia a rotelle. Mi chiedo: quale altra malattia dovrei aver per poter fruire del servizio?». Il finanziere in pensione spiega quanto la situazione sia divenuta insostenibile: «Mia figlia lavora e, in ogni caso, non riesce da sola a trasferirmi in auto per potermi portare in ospedale per i trattamenti. Ogni volta è costretta a chiedere aiuto. Non spetta forse agli emodializzati il diritto ad essere trasportati con mezzi e personale idoneo messi a disposizione dall’Asp?». L’auspicio è che i vertici Azienda sanitaria provinciale comprendano le difficoltà dei pazienti e adottino soluzioni per garantire l’accesso a trattamenti indispensabili.

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