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La Croce rossa sospende il servizio trasporto per dializzati «autonomi» e un 85enne resta a piedi

A denunciare la storia di Raffaele è la nipote: «Mio nonno tre volte a settimana deve esegurie la terapia salva vita, come farà a raggiungere lo Jazzolino?»

La Croce rossa sospende il servizio trasporto per dializzati «autonomi» e un 85enne resta a piedi

La Croce rossa italiana di Vibo Valentia lascia… a piedi un paziente dializzato. «Il servizio di trasporto gratuito che l’associazione di volontariato ha effettuato sino alla scorsa settimana è stato sospeso», denuncia la nipote di Raffaele, dializzato di 85 anni. «Mio nonno – scrive – tre volte a settimane si reca all’ospedale di Vibo Valentia per effettuare una terapia di quattro ore. Fino alla scorsa settimana, la Croce rossa ha effettuato il servizio di andata e ritorno per accompagnare all’ospedale i pazienti che necessitavano di dialisi. Ora le regole sono cambiate e per mio nonno il servizio è stato interrotto», spiega. «Dall’11 agosto è in vigore una nuova convenzione», conferma Caterina Muggeri, presidente provinciale della Cri: «Le nuove disposizioni  – chiarisce – limitano il servizio alle persone con gravi patologie, non deambulanti che versano in stato di gravità». In pratica i pazienti in carrozzina. Tutti gli altri devono provvedere diversamente. «Ma come si può annullare un servizio così importante lasciando a piedi i pazienti con problematiche così gravi?», si domanda la nipote di Raffaele. «Chi darà supporto a tutti questi malati che ad oggi si ritrovano scoperti di trasporto?». Figli e nipoti dell’uomo che vive a Bivona, risiedono fuori città. «Nessuno di noi può accompagnarlo. Mio nonno è solo – sottolinea -. Abbiamo contattato vari enti con esito negativo», dice. «Chiedo aiuto a nome di mio nonno ma anche a nome di tutte quelle persone che non sanno come raggiungere l’ospedale per effettuare una terapia salva vita».

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