Piano di riordino ospedaliero non attuabile, l’affondo di “Serra al Centro”
La rappresentante del gruppo Maria Rosaria Franzè prosegue la battaglia a difesa dell’ospedale “San Bruno”
“Accogliamo con soddisfazione l’ordinanza n. 416/2023 del Tar Calabria con la quale è stato sostanzialmente stabilito che il Piano di riordino della rete ospedaliera non può essere operativo in quanto sprovvisto dei necessari pareri dei tavoli tecnici ministeriali”. Così la rappresentante del gruppo “Serra al Centro”, Maria Rosaria Franzè, la quale invita la cittadinanza a proseguire la battaglia a difesa dell’ospedale “San Bruno” sostenendo che “la tutela della salute è un diritto fondamentale che non può essere ridotto o compresso con atti che non tengono in considerazione i bisogni della popolazione e che anzi vanno nella direzione esattamente contraria”. Scendendo nei particolari della decisione del Tar, la Franzè spiega che “i pareri dovevano essere precedenti all’adozione del Piano di riordino e, quindi, non potranno essere portati in sanatoria. Di conseguenza, i direttori generali e i commissari delle Asp non dovranno attenersi al Piano che non ha effetto giuridico. È una buona notizia perché servono significativi correttivi ad un Piano che non ci ha mai convinti e ha scatenato la nostra ferma opposizione”. Al di là degli aspetti tecnici, Maria Rosaria Franzè rileva “una certa superficialità nelle procedure che è sintomo di disattenzione o forse del voler tirare dritto ignorando quelli che sono percepiti come ostacoli”. “Ripercorrendo le tappe di questo percorso – aggiunge – non si può non registrare che non c’è stato alcun ascolto dei territori. Tutte le riflessioni, le segnalazioni, i rilievi che sono stati proposti spontaneamente dalla gente o dai movimenti sono stati intesi come intralci e non come suggerimenti e questo ha fatto aumentare la distanza tra chi decide e chi subisce gli effetti delle decisioni”. L’esponente del gruppo “Serra al Centro” insiste pertanto nel “portare avanti ogni azione utile per salvaguardare il sacrosanto diritto alla salute. Prestazioni e cure – conclude – devono avvenire in tempi certi e rispettare i parametri di sicurezza e qualità e non costringere i pazienti a lunghi e faticosi viaggi della speranza, peraltro contraddistinti da innumerevoli disagi”.
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