Buona sanità a Vibo, un paziente: «I medici dello Jazzolino mi hanno sottratto a morte sicura»
La storia del dirigente sindacale Pafumi che dopo un grave malore è stato per lunghi giorni ricoverato nella Terapia internsiva cardiologica: «Nonostante i pochi mezzi qui si continuano a salvare vite»
Una storia di buona sanità dall’ospedale di Vibo: a raccontarla è il protagonista, il dirigente sindacale Domenico Pafumi. Era il 27 maggio, spiega, quando si è sentito male ed è stato prontamente soccorso dal 118 e trasportato all’ospedale Jazzolino con una diagnosi di blocco dell’atrio ventricolare di terzo grado. «Sono stato sottoposto ad impianto di pace maker grazie alla tempestività dei componenti della sala operatoria e dei miei salvatori che oggi mi permettono ancora di vivere: i dottori Giuseppe Carullo, Alfredo De Nardo e Giuseppe Oppedisano. Dopo dodici episodi di arresto cardiaco sono stato trattato con massaggi cardiaci esterni alternati a somministrazione di farmaci, così mi hanno sottratto a morte sicura». Poi il ricovero nella Terapia intensiva cardiologica, dove racconta Pafumi «ho visto in questi lunghi giorni di degenza la grande professionalità del personale tutto, mi sono veramente emozionato per il loro affetto verso i degenti. Desidero ringraziare pubblicamente tutti i sopra menzionati, ho sempre sostenuto che questo ospedale non è da chiudere: infatti con poche attrezzature ancora ad oggi garantiscono e salvano vita umane. Per la loro grande professionalità e esperienza e responsabilità non smetterò mai di ripetere non sempre abbiamo una cattiva sanità. Tutti gli ospedali dovrebbero avere dei manager medici e non politici promettenti», la conclusione.
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