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Ospedale di Tropea, “Calabria sociale” contro l’atto aziendale dell’Asp di Vibo

Convocata un'assemblea pubblica a Santa Domenica di Ricadi per discutere del Piano di rientro sanitario, dei tagli e del conflitto di interessi tra pubblico e privato

Ospedale di Tropea, “Calabria sociale” contro l’atto aziendale dell’Asp di Vibo
L'ospedale di Tropea
La piazza di Santa Domenica di Ricadi

Domenica 30 aprile in piazza Roma a Santa Domenica di Ricadi, si terrà l’assemblea pubblica “Ospedale svuotato a Tropea, di chi è la colpa?” organizzata dal comitato “Calabria sociale”. «L’intento – fanno sapere gli organizzatori – è di strutturare una rete di persone che si occupi di seguire costantemente la reale applicazione del Piano di rientro sanitario promesso e al contempo denunciare alla collettività ogni ritardo e ogni distorsione dello stesso. Una rete di persone che si occupi, coordinandosi con chi ha gli stessi obiettivi sul resto del territorio calabrese, di rivendicare l’abolizione del Piano e l’internalizzazione della medicina privata nel servizio sanitario pubblico. Condizioni improrogabili affinché la salute diventi un diritto e cessi di essere una merce difficilmente acquistabile dalle fasce popolari». [Continua in basso]

«Dopo che persino il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha riconosciuto la rilevanza dei “medici gettonisti”, che disertano i concorsi pubblici per farsi assumere a costi esorbitanti per mezzo delle cooperative private; dopo che gli scandali delle doppie fatture pagate a diverse cliniche private del territorio sono giunti persino in prima serata in Tv; dopo che la gravità dell’imbuto formativo in medicina e che i tagli al fondo sanitario nazionale sono stati denunciati pressoché da tutti, è ora – sottolineano da “Calabria sociale” – che la popolazione punti coraggiosamente il dito contro i due problemi fondamentali della sanità calabrese». Il primo punto, che verrà discusso nell’incontro, «riguarda il Piano di rientro sanitario, figlio di quei tagli e del regionalismo. Un piano illegittimo, come spiegheremo nell’assemblea pubblica – sottolineano -, la cui esistenza preclude qualsiasi ripresa reale dei nosocomi della nostra regione». Il secondo è il «conflitto di interessi della medicina privata con la sanità pubblica, che si manifesta nei privilegi detenuti dalle cliniche private e nel disinteresse, da parte di molti dirigenti e reparti ospedalieri, a far effettivamente funzionare il servizio pubblico». Per “Calabria sociale” «questi problemi rendono, ad oggi, poco credibile una reale applicazione dell’atto aziendale che l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia sta elaborando per l’ospedale di Tropea. In una delle bozze si può leggere alla lettera che al presidio tropeano vengono assegnate “funzioni di ospedale generale, con un Pronto soccorso con interventi diagnostico-terapeutici di stabilizzazione e cura del paziente, di ricovero o di trasferimento urgente al Centro Spoke o Hub” e che, “nell’ambito del presidio ospedaliero di Tropea verrà realizzato un dipartimento funzionale interaziendale ad indirizzo oncologico attraverso tutti i servizi accessori per garantire la continuità assistenziale”. All’interno del presidio – continuano gli organizzatori citando il documento -, si assicura la presenza dei servizi di anestesia, che oggi non c’è; chirurgia generale, anche questo oggi assente; medicina generale, unico servizio che oggi esiste e ortopedia, attualmente inesistente. Infine, si garantiscono i servizi h24 di radiologia e laboratorio, servizi che oggi sono espletati per sole 12 ore al giorno».

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