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Un anno e mezzo d’attesa per una visita, Neri (Cittadinanzattiva): «A Vibo la sanità è questione di sopravvivenza»

Il portavoce del sodalizio racconta la sua esperienza che si unisce alle testimonianze di decine e decine di pazienti: «Ora c’è pure un portale per segnalare le criticità, serviva davvero?»

Un anno e mezzo d’attesa per una visita, Neri (Cittadinanzattiva): «A Vibo la sanità è questione di sopravvivenza»

«Tagli di nastri, bandierine ora pure un portale Sanibook per raccogliere i reclami dei pazienti ma sulla sanità vibonese la musica non cambia. È sempre una questione di sopravvivenza». A parlare è Vincenzo Neri, portavoce di Cittadinanzattiva che, nelle vesti di utente, racconta la sua personale esperienza: «Autunno 2024. Questa è la prima data utile che sono riuscito ad ottenere per una visita specialistica, avendo avuto problemi di salute (di circolazione sanguigna). Per carità- ci spiega- nessuna gravissima patologia ma non potevo attendere tutto questo tempo, così mi sono rivolto ad uno specialista privatamente». L’esponente del sodalizio vibonese è amareggiato: «Il mio è solo un racconto in mezzo ad una infinità di racconti che quotidianamente riceviamo come Cittadinanzattiva. I medici sono pochi, i tempi per le visite di dilatano. C’è chi rinuncia perfino a curarsi perdendosi nei meandri di centralini, spid, cambi di medici, ticket». [Continua in basso]

Le centinaia e centinaia di segnalazioni sono l’emblema di una sanità claudicante: «Ci sono pazienti, soprattutto anziani, che non sanno davvero dove sbattere la testa. Difficoltà nella scelta del dottore di famiglia, nelle esenzioni, nelle prenotazioni. E poi visite rimandate all’ultimo minuto e utenti costretti a trovare soluzioni last minute – ovviamente a pagamento – per potersi curare», sottolinea Neri. In tutto ciò, Sanibook suona quasi come una beffa: «Sicuramente un modo per canalizzare le proteste ma ci serviva davvero? I medici in servizio presso il nosocomio cittadino sono allo stremo, sono “scoppiati” di lavoro e costretti a turni massacranti. Camici bianchi ma anche infermieri e oss. Perché la funzionalità di un ospedale si basa sulla presenza di più professionalità che sono tutte indispensabili, nessuna esclusa». Dall’altra parte c’è poi il paziente: «Al malato oncologico che nel 2026 verrà consegnato (forse) il nuovo nosocomio di Vibo non interessa molto. Sa che se non ottiene le giuste terapie, neanche lo vede arrivare il 2026. La gente muore, è questa la nuda verità».

L’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale di Vibo

Portali, segnalazioni, disservizi: «Al povero sventurato che dopo un malore attende per interminabili minuti l’arrivo di una ambulanza – e magari non c’è un autista che guidi il mezzo o manca il medico a bordo –  cosa fa? Si lamenta su Sanibook? Non prendiamoci in giro. Ci sono fior di dirigenti, profumatamente stipendiati, che hanno il dovere di vigilare e segnalare le criticità ma soprattutto di lavorare con impegno affinché le cose funzionino», incalza Neri. Eppure, nonostante qualche timido segnale, qualche bando di assunzione per medici e riapertura di reparti, i problemi persistono: «Siamo una popolazione anziana ma vogliamo parlare dei piccoli pazienti e dei loro genitori costretti a ricorrere alle cure del Bambino Gesù di Roma, o dell’ospedale Meyer di Firenze perché la nostra sanità locale non riesce e garantire servizi adeguati nel 2023?». Quindi l’auspicio finale: «Mettiamo mano al servizio sanitario, diamo una svolta, permettiamo alla gente di curarsi nella propria terra e basta chiacchiere e passerelle, i cittadini chiedono fatti». 

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