Casa della comunità a Serra, il comitato “San Bruno” continua a criticare Barillari
L'allocazione e i tempi, sembrerebbero il pomo della discordia tra l'organismo e l'amministrazione. Non c'è pace, dunque, tra il comitato e il sindaco
“Nell’incontro tenutosi presso la Regione Calabria lo scorso 16 dicembre – al quale il sindaco Alfredo Barillari non ha partecipato preferendo presenziare, dopo le interviste di rito, ad altro evento che, probabilmente, ha ritenuto essere molto più importante della tutela della salute dei propri cittadini – era già emersa chiara la volontà del Dipartimento Tutela della Salute, espressa in modo quasi categorico dall’ingegnere Gidaro, di non intervenire, cambiando o integrando, il progetto in itinere, in quanto lo stesso era già stato trasmesso ai competenti Ministeri e alla Comunità Europea, pena il buon esito del finanziamento del Pnrr. Prima della conclusione dei lavori, dietro insistenza dei componenti del comitato che hanno motivato quali fossero le perplessità sull’allocazione della Casa della comunità all’interno del presidio ospedaliero, i dirigenti del Dipartimento Sanità hanno dato disponibilità a valutare la proposta di eventuali alternative sempreché, le stesse, venissero fatte pervenire nel più breve tempo possibile”. Le affermazioni arrivano dal comitato civico “San Bruno”. [Continua in basso]
“Da quella data in poi – prosegue il comitato – nonostante consigli comunali aperti, riunioni, incontri, comunicati stampa e polemiche varie, abbiamo assistito, da parte del sindaco e della sua amministrazione, al balletto dei rinvii e della malcelata e ferma volontà a lasciar andare le cose così come erano state decise all’epoca dal commissario dell’Asp di Vibo, Giuseppe Giuliano. Decisione per la quale sono forti le responsabilità del sindaco di Serra San Bruno, infatti gli atti amministrativi prodotti dall’Asp e dalla Regione Calabria sull’allocazione della Casa della comunità all’interno del presidio ospedaliero “San Bruno”, riportano a chiari lettere che, prima di procedere, Giuliano ha chiesto, così come prescrive la normativa sui finanziamenti del Pnrr, il parere del sindaco. Certo non tocca a noi valutare se la sua è stata una errata valutazione o è stato un atto di pressapochismo, sta di fatto che, comunque, è stato espresso parere favorevole che ha dato il via alla progettazione da parte dei tecnici dell’Asp all’allocazione della Casa della comunità su tutto il secondo piano dell’ospedale “San Bruno” (entrambi i corridoi, nonché del blocco operatorio che dovrebbe ospitarne gli ambulatori).
“E’ evidente – si legge ancora nella nota – come possa apparire del tutto falsa l’affermazione con la quale, per molti mesi, il sindaco Alfredo Barillari, ha cercato di occultare la propria responsabilità, affermando che “in fin dei conti si trattava di imbiancare quattro stanze al piano seminterrato e di mettere due panchine per la sala d’aspetto”; affermazione che, tra l’altro, ha fatto perdere del tempo prezioso ed ha tratto in inganno i cittadini di Serra San Bruno, che è stata, forse, il vero motivo della sua assenza all’incontro del 16 dicembre alla Regione Calabria con i dirigenti del Dipartimento Sanità dove, evidentemente, non avrebbe potuto reggere il confronto, poiché consapevole che l’allocazione della Casa della comunità era già stata decisa per il secondo piano dell’ospedale e non in quattro stanze al piano seminterrato. Forse è proprio per questo suo senso di colpa che continua a ripetere, come un mantra, che la Casa della comunità dovrebbe essere allocata fuori dal presidio ospedaliero; lo ha fatto recentemente, durante l’ultima conferenza dei sindaci e l’aveva fatto ille tempore, proponendolo alla dottoressa Bernardi prima dell’iter amministrativo di che trattasi, sta di fatto che né prima né recentemente le cose sono cambiate e si è visto quasi costretto ad accettare, seppur con tutte le precauzioni e le riserve possibili ed immaginabili, la proposta del comitato sull’utilizzo dell’attuale Distretto”.
“Vorremmo ricordare al sindaco – spiegano gli esponenti del comitato “San Bruno” – che non è vero che il comitato sia contrario o non condivida la scelta di allocare la Casa della comunità in una struttura costruita ex novo in area ospedaliera. La necessità di allocare la stessa fuori dall’ospedale è un convincimento che il comitato ha maturato fin dalla sua costituzione e si fonda su dati oggettivi contemplati da leggi e regolamenti che: non consentono di allocare le Case della comunità in strutture ospedaliere che non siano dismesse e non più inserite nella Rete ospedaliera regionale, mentre, grazie a Dio, il “San Bruno” è previsto quale ospedale di “Zona disagiata” o di “Montagna”; ridurre gli spazi del presidio ospedaliero, dedicandoli a un servizio prettamente territoriale ed estremamente importante, comporta, come del resto già deliberato dai vertici dell’Asp (sistemazione al primo piano di 6 posti letto di recupero e riabilitazione funzionale) la reale perdita di Strutture complesse la cui allocazione era prevista al secondo piano (nel caso di specie il reparto di recupero e riabilitazione funzionale, Struttura complessa con 20 posti letto e con l’organico di personale per esso previsto, ossia: un direttore, 5/6 dirigenti medici, 10/12 infermieri professionali, 6/7 fisioterapisti, 8/10 Oss”.
“Siamo, quindi, convintissimi e l’abbiamo sempre agognato che la Casa della comunità deve essere realizzata al di fuori dell’ospedale. D’altronde sia il tempo disponibile (entro il 2026) nonché il notevole finanziamento previsto sicuramente sono sufficienti a rispettare i tempi e i costi da coprire per una struttura da realizzarsi in moduli prefabbricati. Del resto nei verbali dell’ultimo consiglio comunale aperto dovrebbe essere riportato l’intervento del nostro componente che aveva salutato con favore la proposta del primo cittadino e che, pensavamo fosse già stata accettata dall’Asp e dalla Regione Calabria. Non vorremmo che anche questa, così come tutto il resto, fosse solo un modo per far trascorrere il tempo e che tutto venga lasciato allo status quo. Ma questo – chiosa il comitato – si aggiungerebbe alle grandi e gravi responsabilità politiche e morali che Alfredo Barillari si porterà dietro, vita natural durante. Tanto per l’affermazione della verità e per stimolare, lontani da ogni polemica o di qualsivoglia argomentazione che possa suscitare interessi di carattere politico locale o di richiami a responsabilità passate o future di vario tipo, una sinergia e una collaborazione che possa portare all’unico obiettivo che pensiamo sia utile raggiungere al più presto: la sanità nel nostro territorio con particolare riguardo alla difesa estrema dell’ospedale “San Bruno”.
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