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Mancano medici, a Vibo lavoro straordinario anche a Malattie infettive e Pediatria

L’Asp autorizza i camici bianchi in servizio nei due reparti a fare delle ore in più, al fine di garantire i servizi assistenziali. Le prestazioni aggiuntive diventate ormai prassi, ma non solo qui

Mancano medici, a Vibo lavoro straordinario anche a Malattie infettive e Pediatria
La sede dell’Asp di Vibo Valentia

Si fa sempre più frequente, all’ospedale di Vibo Valentia, il ricorso alle cosiddette prestazioni aggiuntive al fine di garantire i Livelli essenziali di assistenza. Lavoro straordinario, da espletare dunque fuori dall’orario di servizio, per il quale già nei mesi scorsi sono stati autorizzati dall’Asp i medici di diversi reparti, dal Pronto soccorso ad Anestesia, fino a Radiologia, Cardiologia, Medicina e Nefrologia. A fine anno due nuove delibere vergate dal commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale, Giuseppe Giuliano, hanno dato il via libera alle prestazioni aggiuntive anche per i camici bianchi in servizio nei reparti di Malattie infettive e di Pediatria e neonatologia. Disco verde che arriva dopo la richiesta da parte del direttore del Dipartimento di Medicina Salvatore Braghò – che è anche il responsabile del reparto di Pediatria -, il quale ha evidenziato che «le attuali carenze di organico, più volte segnalate» sia dai rispettivi responsabili dei due reparti che appunto dal direttore del Dipartimento di Medicina – si legge nelle due delibere – «determinano l’impossibilità di assicurare la regolare turnistica e l’erogazione dei servizi, al fine di garantire i Livelli essenziali di assistenza». L’effettuazione delle prestazioni aggiuntive diventa dunque «indispensabile» per far funzionare i due reparti e «garantire l’erogazione delle attuali attività assistenziali». [Continua in basso]

Prestazioni aggiuntive fino a metà anno

L’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia

Per Pediatria in realtà non è una prima volta: già nello scorso settembre era stato autorizzato il ricorso alle prestazioni aggiuntive. Qui, oltre alla carenza di organico, a pesare ci sono anche alcuni esoneri dal servizio. Ora – si legge nella delibera che porta la data del 30 dicembre – i dirigenti medici del reparto sono autorizzati «ove necessario ed indispensabile, per il periodo gennaio/ giugno 2023 all’attività aggiuntiva, fino ad un massimo di n. 6 turni di servizio a settimana (turni di 6 ore ciascuno e/o 12 ore, massimo 38 ore settimanali)». Tali prestazioni aggiuntive, che saranno remunerate secondo la tariffa oraria di 60 euro lordi come previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro, «cesseranno comunque con l’espletamento delle procedure concorsuali per la copertura dei posti di Dirigente Medico – disciplina Pediatria».

Stessa tariffa e stesso limite di ore settimanali anche per le prestazioni aggiuntive in Malattie infettive, autorizzate dall’Asp sino al mese di maggio 2023. Il lavoro straordinario qui si è reso necessario oltre che per la carenza di camici bianchi anche per via dell’«attuale emergenza epidemiologica Covid-19» che, si legge nella delibera Asp, «potrebbe affliggere le unità, già impegnate su più fronti». [Continua in basso]

Da eccezione a prassi

Non solo in provincia di Vibo Valentia, ma in tutto il territorio regionale e anche a livello nazionale il ricorso alle prestazioni aggiuntive sembra essere diventato una sorta di prassi. Il lavoro straordinario dei medici in servizio negli ospedali ovunque è necessario per dare assistenza a tutte le ore del giorno ai pazienti, senza rischiare interruzioni ai servizi, andando a coprire quella carenza di personale che da tempo è ormai cronica. Eppure, come prevede l’articolo 115, comma 2, del Contratto collettivo nazionale di lavoro del 19.12.2019 – citato nelle stesse delibere dell’Asp di Vibo – le prestazioni aggiuntive dovrebbero essere utilizzate «in via eccezionale e temporanea». Ma lo stato di emergenza in cui versa da tempo la sanità pubblica le ha rese appunto quasi una routine.

Recentemente, poi, in Calabria le prestazioni aggiuntive sono state oggetto anche di una legge regionale, con riguardo in particolare ai reparti che incontrano maggiori difficoltà ossia Pronto soccorso e Anestesia e rianimazione. Approvata ad ottobre scorso – la n. 37 del 21/10/2022, recante “Disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale” -, prevede che nelle suddette unità operative «per far fronte alla carenza di personale medico, salvaguardare la continuità dei relativi servizi e la qualità dei livelli assistenziali, nonché ridurre il ricorso alle esternalizzazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario regionale possono concordare con i dirigenti medici e sanitari l’effettuazione di prestazioni aggiuntive». In questi casi la tariffa oraria è fissata a «100 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell’Amministrazione». Una manovra che ha previsto una spesa di 3.315.000 euro per il 2022, di 16.880.000 euro per il 2023 e inoltre un ulteriore esborso del valore di 9.203.000 euro.

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