Manifestazione dei sindaci delle Serre a difesa dell’ospedale, ma il sindaco Barillari non c’è – Video
Il primo cittadino di Serra San Bruno reputa un errore aver avviato una protesta senza prima un’interlocuzione con il presidente della Regione Occhiuto. Stamane, intanto, dai suoi colleghi si è levato unanime il grido di dolore per livelli di assistenza ridotti al minimo con il rischio di chiusura dell’intero presidio sanitario dell'area montana
«L’ospedale appartiene a tutti». Questo il grido che amplifica il coro della protesta dei sindaci delle Serre vibonesi che questa mattina hanno presidiato con le loro fasce tricolore l’ospedale di Serra San Bruno. Una struttura sanitaria agonizzante, nel tempo smantellata dei reparti e spogliata del personale. «I pochi sanitari rimasti – ammette il direttore del nosocomio Michele Miceli – resistono». Una protesta pacifica per rivendicare il diritto alla salute. In prima linea c’erano i sindaci di Brognaturo, Spadola, Fabrizia, Nardodipace, Vallelonga e Simbario. Assente il sindaco della città della Certosa, Alfredo Barillari, il quale ha spiegato: «Comprendo la scelta di alcuni sindaci di esternare la propria rabbia per la situazione sanitaria locale, ma non la condivido e per questo non ho partecipato al sit-in odierno». [Continua in basso]
Il primo cittadino chiarisce che «avviare una protesta, prima di una seria interlocuzione con chi oggi rappresenta la Sanità in Calabria, significa non avvalersi nel modo più incisivo del proprio ruolo istituzionale. Non condivido i tempi – ha aggiunto – e scegliere di manifestare a due giorni da un consiglio comunale aperto, nel quale poter sugellare una linea forte ed unitaria, significa togliere forza ad una battaglia che deve essere combattuta su tutti i fronti. Non condivido il luogo, presso il quale mi reco con costanza da due anni ad ascoltare medici e personale sanitario perché, nel caso in cui venissero adottati provvedimenti contro l’ospedale sarei il primo, con fascia e gonfalone, a pormi a capo di una protesta che, però, per avere il giusto risalto, dovrebbe essere portata presso le sedi dove si assumono le decisioni». E ancora «comprendo la rabbia dei cittadini che vedono nel comitato San Bruno uno strumento di difesa del nostro presidio ospedaliero, ma non ho condiviso la “sovrapposizione” che, in alcuni momenti, ha avuto ed ha con la “politica” in quanto determinate situazioni possono snaturare una protesta che dovrebbe essere e rimanere “civica” e alla quale non mi sottrarrò di dare appoggio se questa dovesse seguire una strada condivisa utile alla causa. Ho scelto e scelgo la strada della coerenza – ha dunque concluso Alfredo Barillari – e porterò avanti il documento unitario sottoscritto dall’assemblea dei sindaci, battendomi in tutte le sedi per difendere, con fermezza, il nostro diritto alla salute e, con esso, il nostro ospedale San Bruno».
Durante la protesta di stamani, invece, la struttura sanitaria è stata definita dai cittadini «una scatola vuota». Gli stessi hanno presenziato numerosi davanti al Pronto soccorso, a dimostrazione, ove ce ne fosse bisogno, dell’importanza dell’ospedale di montagna. Oltre ai sindaci ed all’ex medico dell’Asp di Vibo Ferruccio Codelluppi, c’è anche ilconsigliere regionale del Pd Raffaele Mammoliti, già promotore di un’interrogazione al presidente della Regione, nonché commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto. «Chiediamo un ospedale. Qui a Serra siamo sotto i livelli minimi di assistenza, lo volete capire?». Questo il “grido” di dolore che si è levato da Serra San Bruno. Ora servono i fatti e cioè che la politica regionale e l’Asp di Vibo parlino chiaramente e dicano cosa vogliono realmente fare con il San Bruno.
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